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Mafia Capitale, tremano i vertici del Pd: indagati il governatore Zingaretti e la Campana

Giulio Bucchi
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Mafia Capitale continua a far male al Pd. Stavolta nel processo (molto mediatico) sugli intrecci perversi e la corruzione tra boss, coop e politici romani rischiano di finire male due pezzi da 90 del Partito democratico, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e la responsabile nazionale del Welfare per i dem, Micaela Campana. Entrambi, insieme all'ex viceministro dell'Interno Filippo Bubbico , il presidente del Consiglio regionale del Lazio Daniele Leodori e Antonio Lucarelli, ex braccio destro di Gianni Alemanno, sono indagati per "falsa testimonianza". Le loro dichiarazioni in aula sarebbero risultate "reticenti" e "non convincenti". Zingaretti era stato sentito perché accusato di essere stato coinvolto nella spartizione dei lotti per la gara del Recup. Il suo capo di gabinetto, Maurizio Venafro, è già stato processato e assolto in primo grado. "Sono assolutamente sereno sui fatti, ma francamente scosso e amareggiato per quanto affermato dai giudici - ha dichiarato Zingaretti -. Sono stato sotto indagine per oltre un anno a seguito delle dichiarazioni di Salvatore Buzzi e infine archiviato su richiesta della Procura accolta dal gip". Ora però il governatore sarebbe "non convincente" quando "esclude radicalmente e con indignazione" qualunque contatto con le persone coinvolte nella preparazione di quel bando, essendo alcuni suoi stretti collaboratori.

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