"Fabio Fazio fa tv vecchia", il clamoroso attacco del collega tv: demolito
Costantino come Truman Capote? Vabbè. Adesso, diamine, è troppo facile. Di Costantino Della Gherardesca, classe '77, il miglior conduttore sulla piazza televisiva, stile perculante e ironia un po' alla Raimondo Vianello, un po' Foster Wallace; be', di Costa, tutti dicono che sia un genio. Io l' affermo da una dozzina d' anni, dai tempi in cui, laureato in filosofia al King' s College di Londra, faceva la Maga Maghella da Chiambretti pur essendo un mostro di cultura, un esperto blairiano di politica, diritti civili e palinsesti internazionali. Sicchè, caro Costa, non è una sorpresa che il tuo libro Punto-Aprire la mente e chiudere con le stronzate (Rizzoli Lizard) vada così bene. Ma cos' è: lo sfogo di un 40enne che ha mollato il suo analista (lacaniano); un saggio filosofico sull' Italia; o un modo per rimpinguare il tuo conto in banca? «È un libro di critica sociale allegra. Nella tradizione di alcuni comici italiani come Paolo Villaggio e Franca Valeri». Veramente tu scrivi: «Il mio estratto conto aveva bisogno di iniezioni d' affetto». Una roba cattiva, come tutto il libro. Il contrario del boldrinismo diffuso di una certa sinistra, a cui tu appartieni... «Appunto. Scrivo per un' esigenza antifrancescana. Tutti, a sinistra, si sono premurati di esaltare questo Papa quando fece un discorso contro la meritocrazia che era "il male perché lascia indietro il più debole". Lo posso capire con la competizione sfrenata alla borsa di Hong Kong, ma meno in Italia, un Paese con le pezze al culo dove si ha paura perfino del progresso: la Tav, le grandi opere, roba che neanche nella Cambogia di Pol Pot, dai...». Nel libro te la prendi con tutti, specie con i 5 stelle. Scrivi che il miliardario Grillo si veste come «un tassista macedone». Non è esagerato? «Perché? Colpa delle stronzate dei miei colleghi delle tv, quando invitavano su Raitre o La7 scrittori come Erri De Luca o Mauro Corona che inneggiavano al pauperismo: hanno aperto ai grillini. E loro aprirono i loro ranch contro di me cinque-sei anni fa, quando presi una posizione a favore dei vaccini, prima che diventasse di moda. Feci una campagna per l' Unicef "Vaccinamoli tutti"». Da aristocratico di sinistra un po' li odi, sii sincero... «No. Li trovo profondamente provinciali. Sono in Parlamento da anni e certi giornalisti dicono: dategli tempo per imparare, sono ancora giovani. Come se uno facesse uno stage guidando un aereo di linea. Vuoi la verità? Io provo invidia sociale per lo stipendio di Di Battista». Discendi dal Conte Ugolino, «la bocca sollevò dal fiero pasto». Che rapporti hai con la tua famiglia? «La mia famiglia aveva effettivamente potere, nel 1400. Dalla rivoluzione industriale ce l' hanno gli Agnelli, i Moratti. La cosa buffa è che la prima volta che mi chiamarono in tv lo fecero perché scrivevo per una rivista anarchica di Londra e difendevo i no global, parlavo neanche bene l' italiano. Ero un ultrà. Ma mi sbagliavo». Tu parli di cinque tuoi «messaggi nella bottiglia»: «non seguire i tuoi sogni», «diffida della semplicità», «non cercare consensi», «evita la realtà» e «mentire è un atto civile». Cosa c' è in quella bottiglia? Assenzio? «Non fare il conformista, ti riesce malissimo. La democrazia, in realtà, non esiste. Secondo te uno che scrive su Facebook può mettersi, oggi, nell' analisi dell' economia mondiale sullo stesso piano di Draghi? Uno vale uno? Perché questo, oggi ti racconta la democrazia della Rete...». Be', oddio.. «... Ecco, odddio. Che mi dici del fatto che Bergoglio faccia discorsi contro i soldi e l' economia, quando la prima cosa che chiedono i preti sono soldi per l' 8 per mille? Almeno, Papa Ratzinger - l' uomo che assomiglia all' imperatore Palpatine di Guerre Stellari, un disastro sui diritti civili - era più onesto. Si vestiva con pellicce e gioielli e non si appellava al pauperismo. E poi, anche Bersani, con quelli di Mdp, la sinistra estrema, dai...». Bersani che cosa? «Li ho sentiti, quelli, a una manifestazione di piazza che parlavano di via Montenapoleone con accezione negativissima, tipo "il viatico dell' inferno", "lì ci sono i banchieri che fanno lo shopping". Invece bisogna essere fieri di via Montenapoleone, è una fonte di reddito». Sai che mi stai diventando di destra? Lo dico con viva ammirazione... «Macchè destra. Semmai sinistra mendelssohniana (dall' illuminista e illuminato Moses Mendelssohn, ndr)». Perché tu, da omosessuale, critichi i movementi omosessuali? «Quando ero ragazzino, negli Usa, il Gay Pride era un atto forte. La cultura omosex era trent' anni avanti, si era ai tempi dei grandi movimenti di Larry Milk. È durato fino al '94/'95. Poi, per mera esigenza economica i gay hanno seguito il modello della famiglia reaganiana. Ricercano la famiglia tradizionale, coppia monogama, passeggino, biberon. Ma è assurdo volersi sposare in chiesa, quando proprio dalla Chiesa nasce l' omofobia. Anche se io, per carità, sono favorevole alle unioni civili. Non per i i froci cattivi di Milano come me, ma per i ragazzi delle provincia calabrese, per cui diventano lotta all' emerginazione, il sigillo dell' inserimento sociale». Dici di sognare un «Putin da giovane», o - dio ti preservi - il falco bushano Dick Cheney. «Non è una questione politica. Trovo più eccitante un Putin giovane o un Silvio Berlusconi- che sotto l' aspetto erotico ammiro molto - rispetto al mio amico gay che si vuole sposare e fare la famigliola tradizionale, coi figli, il mutuo da pagare, la tata e il biberon. Il mio sogno, in realtà, è fare tanti soldi e aver tanti amanti in giro per il mondo. Tipo James Bond. Tutto qui». In televisione, dopo Chiambretti, ti aiutò la presidente cotonata della Rai, Anna Maria Tarantola. Una signora di Casalpusterlengo che Tagliò L' Isola dei famosi e Miss Italia e tu, t' infilasti in quel pertugio... «Certo. E ricordo che l' era Monti qualcosa di buono la fece: io, senza raccomandazioni, cominciai a lavorare in Rai. Dato che, rimanendo a Mediaset, Berlusconi voleva farmi fuori quando feci delle battute scorrette su Mario Giordano e sui bambini in Africa. Mi salvò Piersilvio». Perché sei così cinico nei confronti della tv, dei tuoi colleghi più ricchi? «Parlare di soldi in video è ancora un tabù proprio perché esistono i miei colleghi, infinitamente più ricchi di me, che per ottenere più affetto del pubblico, sbandierano opere di beneficenza, paueperismi a pioggia tipo Insinna buonista che trovo di pessimo gusto....». Ma scusa, non eri di sinistra mendelssohniana, il libero mercato... Che mi dici degli 11 milioni in Rai di Fabio Fazio? «Da una parte detesto i populisti che si sono accaniti contro di lui, dall' altro è davvero troppo per uno che fa una tv vecchia, per certi versi». Ti lamenti, ma a Raidue tu fai ciò che ti pare. In una puntata del tuo Secondo Costa ho visto che denunciavi la tua impotenza e ti facevi controllare la prostata da un andrologo assai imbarazzato... «Ma era tutta ironia, dai. Anche quando ho cercato di convertire Nina Moric all' islamismo. Io non aspiro a presentare un programma d' arte su Sky. Il mio scopo, piuttosto, è evitare i populismi, riportare alla tv gente che non sarebbe mai tornata. Alla base c' è il valore estetico di non fare della televisione di merda, ma pure il fatto che il proliferare di questi format stanno distruggendo le mie future possibilità di lavoro fra 5/6 anni». Sei un egoista invincibile. «Egoista mendelssohniano, prego...». di Francesco Specchia