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Selvaggia Lucarelli: "Le mestruazioni mentre presentavo il libro. Ero nel panico"

Alessandra Menzani
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Selvaggia Lucarelli regala ai suoi amici di Facebook un racconto personalissimo, divertente ma anche un po' splatter. La giornalista parla di un fattaccio che le è capitato di recente durante la presentazione del suo libro. Protagoniste, le sue mestruazioni. "Venerdì sera ero a Brescia a presentare il mio libro. Bella serata, atmosfera giusta, sala piena, intervistatore ironico, io in forma, fidanzato e 'suocera' seduti da qualche parte, risate, riflessioni, frecciate, domande sparse. Fin qui tutto bene". A un certo punto Selvaggia sente una sensazione strana nelle parti basse. "Intuisco la ragione della sensazione di stranezza. Lo so. La sento. La riconosco: mi è iniziato il ciclo", racconta. Un flusso selvaggio come lei. "Lì, in quel momento, violentemente e inesorabilmente". Scatta il panico. "Mancavano 40 minuti circa alla fine dell'incontro, 150 persone mi scrutavano attentamente, mi attendeva un'oretta di firma copie e io ero, metaforicamente parlando, un'accoltellata che non poteva bendare la ferita. Un rubinetto lasciato aperto per sbaglio prima di partire per le ferie". Selvaggia esamina nei dettagli il suo ciclo: "Un rubinetto lasciato aperto per sbaglio prima di partire per le ferie. Un ghiacciaio dolomitico a inizio primavera". Si sprecano le metafore, tutte efficacissime, "il tutto aggravato dal fatto che il dover rispondere alle domande mi impediva di concentrarmi su visioni salvifiche e motivazionali quali deserti arsi dal caldo, bicchieri vuoti in credenze polverose, letti di torrenti ricoperti di vegetazione". "Non potevo avere alcun controllo psicologico sulla situazione. Ero spacciata". Oltretutto non giovava il fatto che il cuscino sotto di lei fosse bianco. Bianco ottico, purissimo. "Il pantalone nero mi salverà, ma il cuscino non ha scampo". "Segue firma copie. Resto seduta. Faccio le foto seduta. Chiacchiero seduta. Sorrido seduta. Penso che dormirò lì seduta. Diventerò un'installazione nel centro di Brescia, mi taggheranno pure i turisti". Tutto poi finisce bene: "Finisce tutto. Non ho più alibi per rimanere seduta. Il tendone è vuoto. Gli organizzatori, tutti schierati di fronte a me, mi guardano come a dire: "Che minchia ci fa questa ancora seduta?". Per fortuna la salva il fidanzato Lorenzo: "Mi dice Tu alzati e scendi veloce dal palco dicendo qualcosa che attiri l'attenzione su di te, che io giro il cuscino!'". Conclude ironicamente Selvaggia: "Io, sul palco, do il sangue". 

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