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Di Martedì, rissa Mazza-Piccolotti: "Attenzione a dirlo", "Minaccia?!"

Roberto Tortora
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Quello promosso lunedì scorso dall’Usigrai è stato, per partecipazione ed estensione a tutto il palinsesto di giornata, uno degli scioperi più imponenti degli ultimi anni nella RAI. Alla base della protesta ci sono i tentativi ripetuti di censura da parte di dirigenti e direttori di rete nei confronti dei giornalisti, vedi il caso Scurati del 25 aprile scorso nel programma di Serena Bortone, ma anche una mancata stabilizzazione dei lavoratori precari, mancata sostituzione dei giornalisti che vanno in pensione o in maternità, taglio degli stipendi e dei premi produzione ed altri problemi di gestione del personale. Di questo si discute a DiMartedì, il talk di approfondimento politico di La7, condotto ogni martedì sera da Giovanni Floris. Ed è duro scontro tra Elisabetta Piccolotti, deputata del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra, e Mauro Mazza, giornalista ed ex-direttore di Rai1.

Mazza sostiene che lo sciopero non abbia ottenuto risultati, allora la Piccolotti sbotta: “Uno sciopero a cui partecipa il 75% dei giornalisti è fallito, se non partecipa il 100% è fallito? Il 75% è la maggioranza dei lavoratori, ma veramente raccontate delle balle senza fine”. Replica, quindi, Mauro Mazza: “Attenzione, perché questo può significare che basta il 25% per andare in onda, non lo direi tanto spesso che il 75% era a casa, basta il 25 per fare i telegiornali”. La deputata di sinistra resta sbigottita: “Che sta facendo, minaccia il licenziamento dei giornalisti RAI?! Non so se si rende conto di quello che sta dicendo!”.

 

 

Si va, poi, sullo sfogo della giornalista di RaiNews24, Enrica Agostini, che ha lamentato una censura nella tv pubblica senza precedenti: "Non abbiamo dato la notizia di Lollobrigida e il treno se non dopo ore, solo dopo che il Cdr ha fatto pressioni; stessa cosa per Giambruno e Gratteri. Mentre diamo notizie in cui si parla di Meloni come una grande statista. È un corpo a corpo quotidiano". L’ex-direttore di Raisport la stronca così: “La collega Agostini lamenta di non poter fare più domande, confonde l'era Meloni con quella Draghi, dove si applaudiva il presidente del Consiglio e non si potevano più fare domande”.

 

 

 

 

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