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Torino film festival nel segno di Nanni, Pupi & Olmi per riscoprire il cinema dei Maestri

Davide Locano
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“Il mio ospite più irriverente? Sicuramente Julien Temple, che quando venne a presentare il suo film The filth and the fury, nell'edizione del Festival dedicata al Punk, si mise a rievocare cosa era successo durante l'anteprima londinese, piena di punk autentici che scardinarono le sedie e tirarono oggetti contro lo schermo, pregando gli spettatori torinesi di non imitarli”. Sono tanti gli aneddoti legati al Torino Film Festival - giunto alla 36esima edizione e dedicato sin dalla locandina all'esplosiva Rita Hayworth (di cui si celebra il centenario di nascita) - che potrebbe raccontare la sua vulcanica direttrice artistica, Emanuela Martini. Classicità e trasgressione, autorialità e ricerca di nuove tendenze e di linguaggi fanno parte del mix che rende il TFF un appuntamento unico nel panorama dei festival di cinema italiani. Per autorevolezza subito dietro Venezia anche per la presenza, in parallelo, di iniziative per addetti ai lavori come il Torino Film Lab e il Torino Short Film Market in sinergia con la Film Commission Torino Piemonte. Imponente il bilancio dell'imminente kermesse, che si snoderà nel capoluogo sabaudo dal 23 novembre al 1 dicembre: 133 lungometraggi, di cui 36 sono tutte opere prime e seconde in concorso; 34 anteprime mondiali, 23 anteprime internazionali e 59 anteprime italiane su oltre 4000 film visionati. E un parterre di ospiti, nazionali e internazionali, all'altezza del palato esigente di critici e spettatori. A partire da un habitué del festival, Nanni Moretti che ne è stato direttore dieci anni fa, che presenterà il suo atteso Santiago, Italia. Un docufilm che investiga i mesi successivi al colpo di stato dell'11 settembre 1973, che depose il governo democratico di Allende, realizzato con materiali d'epoca e interviste. Ad aprire le danze sarà un altro film a sfondo politico, anche questo molto atteso, The Front Runner del canadese Jason Reitman, sulla débacle elettorale del senatore americano Gary Hart nel 1988 per il primo scandalo sessuale all'ombra della Casa Bianca, che lo costrinse a ritirarsi in piena corsa elettorale. Politico anche Il Gusto della Libertà- Cinema e '68, che ricostruisce il clima di quella straordinaria e controversa stagione con testimoni eccellenti come Marco Bellocchio e Olivier Assayas. Sempre all'ombra della Mole, per quest'edizione sarà Pupi Avati il “guest director” della sezione intitolata Unforgettable, ispirata al jazz & allo swing, da sempre sue grandi passioni. In linea con Soundframes, la grande mostra incentrata sul rapporto tra cinema e musica allestita nella Mole Antonelliana fino al 7 gennaio. Il regista e sceneggiatore bolognese presenterà una selezione di cinque titoli di culto, non solo per appassionati, tra cui Bird di Clint Eastwood, struggente biopic del sassofonista Charlie Parker, The Glenn Miller Story di Anthony Mann e il suo emozionante Bix, storia del leggendario e oscuro cornettista Leon Bix Beiderbecke. Altro ospite d'eccezione, l'attore Jean-Pierre Léaud, il volto del cinema della Nouvelle Vague e già alter-ego di François Truffaut, che riceverà il Gran Premio Torino nell'ambito della retrospettiva dedicata al cinema di Jean Eustache, prima della proiezione del suo La Maman et la putain. Tra gli eventi da non perdere, presso l'Auditorium grattacielo Intesa San Paolo, la prima mondiale (ad ingresso gratuito con prenotazione) di Sex Story di Cristina Comencini e Roberto Morroni, un lavoro sull'immagine della sessualità e della donna negli anni '80 e Bulli e Pupe, uno scanzonato viaggio nell'Italia del dopoguerra tra contraddizioni e speranze di rinascita, prodotto da Cinecittà-Istituto Luce. Il 28 novembre spazio all'omaggio Lunga Vita a Ermanno Olmi!, con una non stop di eventi di 24h condotta dal regista e storico collaboratore di Olmi, Maurizio Zaccaro, dove saranno riproposti- in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, Rai e Istituto Luce - materiali inediti, documentari, incontri con ospiti speciali e il lungometraggio Il maestro d'armi. Per gli amanti del cinema sanguinoso & sanguinario, imperdibile l'ormai consueto appuntamento del festival con i titoli della sezione Afert Hours, tra cui Mandy di Panos Cosmatos, un horror lisergico su una setta dedita all'occulto con protagonista Nicolas Cage, oltre al Tff Doc che avrà come tema niente di meno catastrofico dell'Apocalisse. Mentre a corollario del cinema horror attuale, la retrospettiva dedicata a Powell & Pressburger regalerà una serie di titoli visionari tra cui un autentico cult per generazioni di maestri del brivido, Peeping Tom del 1960, capolavoro tanto “maledetto” da stroncare la carriera artistica del suo stesso regista. di Beatrice Nencha

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