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La figlia dell'ex Beatle Paul: "Condannata dal mio cognome"

Il papà sta con lei: "Ci sa fare. Da quando è andata via di casa a 18 anni ha fatto tutto da sola"

Andrea Tempestini
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Sarà anche vero che le colpe dei padri ricadono sui figli, come sentenziava la mitologia dell'antica Grecia. Qualche volta, però, sono i meriti a riversarsi sugli eredi di personaggi celebri, come è il caso di Stella McCartney, la secondogenita dell'ex Beatle Paul. La paffutella figlia del più grande musicista vivente, nata dal matrimonio tra il bassista e la prima moglie moglie Linda, è diventata una delle donne più popolari e conosciute del Regno Unito. Nel mondo della moda, è una vera potenza: è la stilista emergente che minaccia un settore dominato dai big Armani, Versace, Valentino, Yves St Laurent. Lo è a tal punto che il comitato olimpico londinese ha affidato alla maison di Stella il design di tutte le divise delle nazionali inglesi impegnate nelle imminenti Olimpiadi. "Il simbolo giusto" - Stella, figlia di papà ma accanita lavoratrice da sempre, ha accettato con entusiasmo presentando la scorsa settimana il risultato del suo lavoro. Giacche, vestiti, tute e indumenti da gara portano il simbolo dell'Union jack, la bandiera del Regno Unito. «Mi è sembrato il simbolo giusto», ha raccontato Stella. «Stavo cercando il logo per le nostre nazionali e mi son detta: ehi, ma la griffe perfetta esiste già, è l'Union Jack, quel meraviglioso incrocio di colori che c'è sulla nostra bandiera». In gioventù - La ragazza è sveglia, fin da bambina seguiva il celebre papà in tour ma già pensava di ritagliarsi un ruolo del tutto diverso da quello di musicista. «A 12 anni ho disegnato il mio primo abito, a casa. A 15 collaboravo già con lo stilista francese Christian Lacroix. Poi mamma e papà mi hanno detto: studia, se ci credi davvero. Mi sono diplomata al Central St Martin's College e hanno sfilato per la mia prima, vera collezione bellezze come Naomi Campbell e Kate Moss, che è poi diventata una delle mie migliori amiche». Lieti eventi - Stella ha poi lavorato per Chloè, Gucci e per l'Adidas, prima di creare un proprio marchio che, attualmente, ha punti vendita nei luoghi più esclusivi del mondo. Donna in carriera, ha però dedicato alla famiglia una parte più importante della sua vita, sposandosi con l'editore Alasdhair Willis e mettendo al mondo quattro figli tra il 2005 e il 2012. Lieti eventi che non le hanno impedito di disegnare vestiti di scena per i tour di Madonna ed Annie Lennox e abiti per il cinema. Orgoglio di papà - Paul McCartney, che non manca mai alle sfilate della figlia, è orgoglioso di Stella: «Ha dimostrato di saperci fare quando se ne è andata da casa a 18 anni e ha fatto tutto da sola». Il cognome celebre non ha mai fatto tremare Stella: «Non credo sia stato il cognome McCartney, quanto quello che stavo facendo a farmi avere questo successo. Nella vita sono stata fortunata ad avere valori forti e una certa etica e non sono scesa a compromessi. Semplicemente non ho voluto sentirmi ipocrita. E se avessi fatto un altro lavoro, avrei stabilito le stesse regole. Si può creare bellezza e allo stesso tempo mantenere quello in cui si crede». Ma cosa si prova a essere figlia di un Beatle? Un tempo Stella avrebbe reagito stizzita a questa domanda. Oggi no. «Figlia di un Beatle? Ne sono onorata. Se pensa che i giovani li amano ancora: vuol dire che hanno buon gusto. Non c'è stato più nulla come loro. Dopo 40 anni i Beatles sono ancora una leggenda e non riesco a pensare a una band che abbia scritto così tante canzoni memorabili in un periodo così breve, dal 1962 al 1970. Se mi avessero fatto questa domanda 10 anni fa non l'avrei apprezzata, ero più permalosa. Ora sono più sicura e orgogliosa di mio padre. Una volta usavo sempre un altro nome: Stella Martin, piacere di conoscerla. Pretendevo di essere qualcun altro. Ora sono felice di usare il cognome McCartney e vado sempre ai concerti di papà». di Leonardo Iannacci

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