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Il Cav chiama Montezemolo"Non farò più premier"

Berlusconi: "Mi chiedo anch'io se resterò in campo". Poi su Montezemolo: "Non può che stare con noi"

Andrea Tempestini
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  In una delle giornate più convulse della recente storia del Pdl, Silvio Berlusconi cerca di rimettere un briciolo d'ordine tra faide interne, dimissioni, spacchettamenti del partito, commissariamenti e smentite. Giunto a Bruxelles per il vertice del Ppe, rilancia l'idea della federazione dei moderati, ma soprattutto opera una distinzione tra "cose false e cose vere". Poi cita direttamente il quotidiano Repubblica, che "fa politica ed è un giornale ostile". Il ritorno di Silvio - Il Cavaliere vuole smentire le voci relative a una sua possibile ridiscesa in campo, indiscrezioni di stampa rilanciate da Repubblica e da altri quotidiani che raccontavano dell'ira di Berlusconi stesso dopo il voto al ballottaggio delle amministrative. Il presidente del Pdl starebbe vagliando una serie di idee, come il "commissariamento" di Alfano, che verrebbe affiancato da un direttorio, e lo "spacchettamento" del partito in liste civiche e realtà locali (l'ex premier è rimasto molto affascinato dal successo riscosso da una lista civica a Monza). Berlusconi nega queste ricostruzioni, ma sul suo futuro impegno lascia aperto uno spiraglio: "Se resterò in campo? Questo me lo domando anche io...". Poi precisa: Non faò più il premier". Una battuta sulle future alleanze: "Se Luca Cordero di Montezemolo scende in campo (di oggi, mercoledì 23 maggio, la lettera del presidente Ferrari al Corsera in cui annuncia un possibile impegno politico, ndr) non potrà che stare con i moderati". Alfano: "No allo spezzatino" - In contemporanea interveniva anche il delfino nel mirino, il segretario azzurro Angelino Alfano, che conversando con i cronisti della Camera, dava la sua opinione sul futuro del partito: "Non mi sembra l'idea migliore per rafforzare i moderati quella di dividere il più grande partito dei moderati. Avere uno spezzatino non mi sembra l'idea migliore". "Presto la novità" - Alfano, al pari di Berlusconi, cerca di non lasciarsi sfuggire di mano il partito. I due, all'unisono, hanno respinto le dimissioni del coordinatore Sandro Bondi, che aveva annunciato il passo indietro dopo aver aspramente criticato la lettera aperta di Belpietro. Per il segretario, a "solo 48 ore dai ballottaggi", non è ancora giunto il momento giusto per presentare la "novità" più volte annunciata dallo stesso segretario del Pdl e dal Cavaliere. "Faremo nei prossimi giorni una comunicazione. E' in via di definizione un qualcosa di chiaro che abbiamo in testa." Resta da comprendere quali siano i piani per rilanciare un partito che, secondo gli ultimi sondaggi, sarebbe diventata la terza forza politica nazionale, superata anche dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.  

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