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Il nostro sportello anti-tasse: scrivete a [email protected]

Mandate una mail a [email protected] e raccontateci i vostri problemi con l'Erario. Noi li invieremo a Befera

Giulio Bucchi
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  di Giuliano Zulin Le tasse vanno pagate, ma c'è modo e modo per riscuoterle. Per dire, in Germania, l'amministrazione fiscale avvisa l'azienda oggetto di indagini con un fax o una telefonata. E se la società si trova in un momento di scadenze irrevocabili chiede e ottiene un rinvio della visita. Capite, c'è dialogo tra contribuente ed esattori. In Gran Bretagna, come scriveva ieri il direttore Belpietro, hanno visto che, avvisando con un sms del ritardo di un pagamento delle multe, c'è un balzo del 33% dei cittadini che si mettono in regola. E in Francia? I signori del fisco passano casa per casa per «aiutare» le persone a compilare le dichiarazioni dei redditi. Da noi  - come scriveva ieri Attilio Befera su Libero - il sistema tributario è «regolato da un intricato insieme di norme complesse», rendendo di fatto impossibile «dar vita a modelli di dichiarazione veramente semplici» e ad «adempimenti realmente alla portata di tutti, base e presupposto di un dialogo meno complicato e più sereno con l'amministrazione finanziaria». Proprio per questo non vogliamo fermarci con la nostra campagna «Come difendersi da Equitalia». Anzi, chiediamo invece ai lettori di scriverci all'indirizzo [email protected] per andare fino in fondo al problema. Sì, Parlamento e governo non hanno mai pensato di semplificare il mondo delle tasse, creando così scappatoie per gli evasori e più burocrazia per gli onesti.  Ma non è giusto che, in attesa di un miracolo, la gente perda tempo, soldi e salute per difendersi dal terrorismo fiscale esploso con i blitz di Cortina.  Scriveteci i vostri problemi con il Fisco a [email protected]   Scriveteci perché uno dei più grandi studi di consulenti fiscali vi risponderà, raccontandovi la verità: né illusioni, ma nemmeno rassegnazione. Tutto si può fare, anche battere Equitalia. I dati lo confermano, visto che un contribuente su tre batte l'ente esattore quando va dal giudice.   Scriveteci perché non è che una lettera del signor Befera può chiudere un problema grosso come l'Italia. Il direttore generale dell'Agenzia delle Entrate e presidente di Equitalia merita grande attenzione quando dice che, «da tempo», invita i suoi funzionari «ad agire in modo da guadagnare sempre più il rispetto e la fiducia dei cittadini attraverso la correttezza, l'equilibrio, la trasparenza e la ragionevolezza dei comportamenti». Ma se le regole sono severe e massacranti è difficile mantenere «l'equilibrio» quando si ha a che fare con gli uomini delle tasse, la crisi e la disoccupazione. Come sostiene Mario Pozza, presidente di Confartigianato Treviso, se il fisco continua a comportarsi così il Veneto «si trasformerà in un grande cimitero. E i cimiteri le tasse non le pagano». Scriveteci perché tra ricorsi, interpelli, ravvedimenti, rateizzazioni, ci sono numerosi sistemi per proteggere il portafoglio, la famiglia e l'azienda. Negli ultimi mesi sono cambiate un po' di regole nei sistemi di pagamento. Per questo, oltre ai commercialisti, chiederemo un parere anche alla stessa Equitalia. Gireremo semplicemente le domande, in modo da avere due pareri: uno tecnico-amico e uno quasi ufficiale. Perché gli sportelli dei contribuenti che ha aperto la stessa Equitalia in tutta Italia forse non bastano, visto l'interesse che ha suscitato Libero col titolo «Come difendersi da Equitalia». E se dall'ente di esattoria unica non ci risponderanno lo faremo sapere ai lettori. Tutto in assoluta trasparenza.  È ovvio che chi non ha mai dichiarato un euro in quaranta anni non merita un trattamento di favore, ma se per colpa della recessione, un peccato veniale, una svista del commercialista o un conto errato, si rischia di vedersi confiscare l'auto... beh, parliamone. In fin dei conti lo stipendio ai funzionari lo paghiamo noi. La mancanza di discrezionalità sta alle fondamenta del muro che divide lo Stato e i contribuenti. Perché poi uno si guarda intorno e vede che lo stesso Stato che ti pressa per pagare, giustamente, una cartella, poi non ti paga i lavori. E in certi casi le aziende chiudono.  In fondo un rapporto migliore fra cittadini ed esattori non può che migliorare la vita di tutti. Tanto, non è che i soldi che tira su lo Stato fanno la differenza. Lo sappiamo che i grandi evasori, che portano l'imponibile non dichiarato a quasi 300 miliardi, si fa fatica a beccarli. È facile prendersela con chi non può scappare, ma le cifre recuperate non bastano per pagare il mostro italiano, chiamato spesa pubblica. E allora perché non fare una telefonata, come in Germania, prima di attaccare al muro un imprenditore o un contribuente? Fate domande, chiedete consigli, ... mettiamo alla prova Equitalia, visto che il suo presidente parla di fisco più umano. La mail è semplice: [email protected]. Il nostro sportello anti-tasse.  

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