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Più infarti e ictus in inverno:

cene natalizie sotto accusa

Albina Perri
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In invernosi registrano più casi di infarto e ictus, in particolare a dicembre e gennaio.A contribuire a quest'aumento sarebbero le abbuffate di Natale e Capodanno: duesettimane in cui gli italiani fanno il pieno di calorie e spesso esagerano. L'Osservatorionutrizionale Grana Padano è giunto a questa conclusione con un'indagine, che haconfrontato i consumi alimentari durante le feste con i dati dell'aumento degliattacchi cardiaci, fornendo poi alcuni consigli su come comportarsi. SergioCoccheri, ordinario di Malattie cardiovascolari dell'università di Bologna epresidente del Comitato scientifico dell'Osservatorio Grana Padano, sottolineache «nei mesi invernali, e in particolare nel periodo natalizio, nei Paesiindustrializzati i casi di infarto aumentano del 30-55; anche i casi di ictuscerebrale mostrano una crescita della stessa entità. Nei mesi freddi, in baseagli ultimi dati elaborati da un'equipe dell'università di Ferrara, si stimainoltre che in Italia vi siano almeno 8.000 casi di Tia (attacchi ischemicitransitori) in più rispetto al resto dell'anno». I principali imputati diquesto fenomeno sono l'aumento del desiderio di cibo favorito dalla ridottaesposizione alla luce solare, e il maggior consumo di alimenti ad alto tenorecalorico, tipico della stagione fredda e delle feste. «In questoperiodo dell'anno - prosegue Coccheri - la circonferenza addominale tende acrescere e questo ha conseguenze negative in quanto si tratta di un importantefattore di rischio cardiovascolare. L'aumento del girovita, infatti, siaccompagna spesso a maggiori livelli di colesterolo e di grassi nel sangue, avalori elevati di pressione arteriosa e a un peggioramento della glicemia,specie nei diabetici». Comespiega Maria Letizia Petroni, nutrizionista clinica dell'Istituto AuxologicoItaliano di Piancavallo (Verbania) e coordinatore scientifico dell'OsservatorioGrana Padano, secondo i dati dell'Osservatorio, «in inverno il consumo difrutta secca (arachidi, mandorle, nocciole, noci, pistacchi) aumenta del 50%,di cioccolato del 58% e quello di burro del 47%, mentre di maionese se neconsuma addirittura l'80% in più rispetto al resto dell'anno. Sempre in questoperiodo, si assiste a un aumento nel consumo di salsiccia e mortadella del 38%,di salame e coppa del 26%, di pasta all'uovo ripiena del 16%». Troppe calorie acui si aggiungono, ricorda l'esperta, «la maggiore sedentarietà tipica dei mesifreddi e l'eccessivo riscaldamento degli ambienti che ostacolano l'attivazionedel grasso bruno, che è quello che permette la dissipazione di energia sottoforma di calore». Gliesperti però consigliano anche come festeggiare senza rimetterci la salute:acquistare solo le quantità di alimenti “natalizi” strettamente necessarie econsumarle solo nelle occasioni conviviali, evitando di spiluccare gli avanzinei giorni successivi; non far mai mancare sulla tavola natalizia abbondanticaraffe di acqua, servendo le bevande solo a richiesta. Inoltre, si puòalleggerire il menù utilizzando come base per il soffritto vino bianco o brodosgrassato, limitando olio e burro, sostituendo la panna con ricotta magradiluita in poco latte, preferendo le cotture al vapore o alla piastra a quelletradizionali; via libera invece alle ricette ricche di verdure. Infine, è utilenon esagerare con i riscaldamenti e fare moto ogni volta che si può.

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