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Immigrazione, Gherardo Colombo? "Iniziativa aberrante, cosa prevede lo statuto della sua nave"

Iuri Maria Prado
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Letta la dichiarazione di Gherardo Colombo, ho detto: «Un euro? Ma io gliene verso cento!». Il dottor Colombo, infatti, che giudico bravissima persona per il suo percorso di resipiscenza (già partecipava con meno fervore all'azione eversiva di Mani pulite, e poi ha capito che trasformare il paese in una colonia penale non è il massimo), giorni fa spiegava alle agenzie di stampa il senso dell'iniziativa di cui è presidente onorario (si chiama "Resq"): raccogliere fondi per armare e mettere all'opera una nave destinata al salvataggio dei migranti in mare. Mi piaceva: «L'obiettivo è quello di salvare persone, senza nessun altro fine»; tanto più quando aggiungeva: «Certo non tutti diranno che facciamo bene, tanti diranno che facciamo male, a me non viene da apostrofare come disgraziati quelli che la pensano in modo diverso». Con queste premesse, appunto, altro che un euro ero disposto a dare, che era il contributo minimo che chiedevano: cento, gliene davo. Si pensi infatti quel che si vuole sull'immigrazione e sulle politiche per gestirla, a me pare che se ne affoga anche uno soltanto è troppo: e chiunque si proponga di evitarlo ha il mio sostegno.

 

 

LO STATUTO
Poi, mannaggia a me, vado a leggermi lo statuto dell'associazione. E purtroppo ci trovo roba che non mi gusta. Emblematicamente (art. 3.2, lettera c): "effettuare erogazioni gratuite in denaro o in natura, in favore di soggetti svantaggiati che versano in particolari condizioni di disagio psico-fisico o di marginalità economico-sociale o comunque meritevoli di solidarietà sociale". Che sarà anche un fine teoricamente nobile, ma se io sento "solidarietà sociale" penso agli eserciti di forestali, alla moltitudine dei finti invalidi, ai redditi di cittadinanza che finanziano la prosecuzione dello svacco sul divano e le giornate al bar: e allora non è che metto mano alla pistola, ma certamente non la metto al portafogli. L'associazione "Resq" è ovviamente libera di darsi lo statuto che vuole e di usare come preferisce i soldi che raccoglie; e sono certissimo che gli organizzatori sono tutti ben intenzionati. Il loro progetto a me appare tuttavia più vasto e aberrante rispetto a quello, ottimo, finito nelle ottime dichiarazioni del dottor Colombo: salvare gente in mare, punto. Non revoco per questo la mia intenzione di dare quei cento euro, perché ormai l'ho detto: spero solo che contribuiscano a salvare qualche disgraziato, piuttosto che a far "solidarietà sociale", che come diceva qualcuno è l'inguaribile rogna di questo paese.

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