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Mario Pardini costretto a dimettersi dal Pd. Un caso a Lucca: era stato a una passeggiata con Salvini e Ceccardi

Alberto Rapisarda
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Nella "rossa" Toscana pure una passeggiata con Matteo Salvini e la candidata governatrice Susanna Ceccardi può costare cara. Tanto da scatenare il tiro al bersaglio "politico" e costringere, di fatto, alle dimissioni un manager capace da un'importante carica svolta nell'interesse della propria città. È la storia, incredibile, di Mario Pardini, imprenditore nel settore della comunicazione e da qualche giorno ex presidente di Lucca Crea, società di proprietà del Comune che organizza "Lucca Comics & Games", seconda fiera di settore più importante al mondo. Che cosa è avvenuto? È bastato il chiacchiericcio sulla sua presenza a una passeggiata in centro con il leader della Lega e la Ceccardi l'8 settembre e una foto del pranzo seguente - organizzato da un'associazione di accademici a sostegno della candidata di centrodestra - a cui Pardini ha partecipato, tutto ciò accompagnato a sua volta da Marcello Pera (ex presidente del Senato e riferimento del centrodestra lucchese), per far urlare allo scandalo il Pd. «Comportamento inopportuno», ha tuonato il gruppo consigliare dem che ha intimato non al "cittadino" ma al «presidente di Lucca Crea» di porre «maggiore attenzione al suo comportamento in pubblico».

 

 

 

Di fatto una sconfessione. un polverone Il presidente, dopo un primo momento di stupore per il polverone sollevato, si è recato dal sindaco Pd di Lucca Alessandro Tambellini consegnandogli le dimissioni - subito accettate - «per mettere al riparo la società» e un festival che crea ogni anno un indotto importantissimo (si prenotano alberghi fino a Pisa per l'occasione) da qualsiasi forma di strumentalizzazione politica». Un atteggiamento che conferma il motivo per il quale Pardini è stato nominato come presidente della società nel 2018 proprio dalla giunta di centrosinistra, nonostante il suo pedigree moderato e conosciuto in città, dato che è stato fondatore del primo circolo di giovani di Fi nel 1994. Un'indicazione, la sua, effettuata in nome di una «competenza e conoscenza del settore» riconosciute dagli stessi dirigenti del Pd: nel 2011, infatti, è stato cofondatore della cosiddetta "area movie" della rassegna, gestita per anni gratuitamente. Una vocazione suggellata anche dalla «massima indipendenza», come spiegano più fonti a Libero, con cui Pardini ha gestito Lucca Comics e dal fatto che proprio il destino del festival (sul quale, almeno negli ultimi anni, i contributi pubblici non abbondano) è stato argomento di confronto fra lui e la Ceccardi. il nervosismo del pd Non è bastato per dispensarlo dalla caccia alle streghe. Da una parte il nervosismo di Giani e dei piddini sotto-shock per il testa a testa per la Toscana, dall'altra il timore, tutto lucchese, che possa essere proprio Pardini il prossimo candidato sindaco per il centrodestra alle Amministrative nel 2022, hanno scatenato il bailamme. Per la Lega è la «solita sinistra, quella culturalmente e storicamente illiberale» che ha buttato «giù la maschera», come tuona il candidato alle Regionali Massimiliano Baldini. Sulla stessa scia Giovanni Minniti: «La sinistra lucchese ha dimostrato di avere paura, segno di debolezza». Come se non bastasse, al danno si è unito il doppiopesismo dei compagni toscani. Due giorni dopo la passeggiata incriminata di Salvini e Ceccardi, chi si è recato a Lucca? Ovvio, il candidato del centrosinistra Eugenio Giani, accolto con tutti gli onori dall'amministrazione. Per fare cosa? Per partecipare a un incontro con la capolista del Pd nel collegio accanto ad esponenti di associazioni e fondazioni culturali pubbliche.

 

Una passerella elettorale a tutti gli effetti. E chi c'era fra gli ospiti? Alberto Veronesi, direttore musicale del Festival Puccini di Torre del Lago, candidato - ma va là - per il Pd. Qui però, guarda caso, nessuno ha contestato alcun comportamento «inopportuno». Nemmeno il tempo di metabolizzare le dimissioni di Pardini che il profilo di Lucca Comics si è già spostato a sinistra. Come? Con un poster "promozionale" - realizzato da Francesco Ausonia e pubblicato sulla pagina ufficiale dell'evento - che rappresenta «un mostro schifoso a due teste», come lo definisce il disegnatore. E di chi sono le due facce immortalate? Ma ovvio: di Salvini e Meloni. Solo uno scherzo, inopportuno a pochi giorni dalle elezioni? Di certo non è un caso...

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