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Vaccino, perché l'Unione europea ha fallito sulla profilassi: la lettera ai burocrati

Alberto Luppichini
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Gentili burocrati di Bruxelles, chi scrive è un cittadino italiano esasperato da una crisi senza fine, mal gestita da un governo raccogliticcio in stato comatoso. La pandemia che stiamo vivendo è "epocale", ma proprio per questo dovrebbe vedere coinvolti, in primo piano, gli esponenti dell'Ue che, a giudicare dal nome, avrebbe il dovere di fondarsi su un marcato spirito di solidarietà fra stati, al cui capo (o capezzale) ci aspettiamo una guida sicura e credibile. E invece ci tocca constatare che l'Ue non solo ci ha lasciato nella melma di una pandemia disastrosa, ma ci ha affogati in un mare di promesse e ipocrisia. La quale domina nelle parole dei suoi leader, persino i più esperti. Perdonatemi, grigi burocrati, se ritorno alla prima ondata del virus. A marzo David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo, l'unica istituzione eletta in via diretta dai cittadini, affermava con sicurezza: «La solidarietà europea mostra la sua potenza». Non è dato sapere a quale potenza alludesse, perché l'unico ricordo che conserviamo è il brusio vacuo di parole al vento, sparate, quelle sì, con una potenza da pirla senza precedenti.

 

 

 

Di fronte al dramma di comunità falcidiate, famiglie disgregate e imprese fallite, l'Ue ha risposto con un cappio al collo per le famiglie italiane e una mazzata per le future generazioni, che si troveranno schiacciate da una mole di debito insostenibile. Lo avete chiamato "Recovery Plan", "Piano di recupero". Il Progetto ha riservato all'Italia 209 miliardi, 81 a fondo perduto e 127 come prestiti da rimborsare. Scusateci, noi gente comune non abbiamo la cultura sterminata di voi soloni da esposizione, ma un certo buon senso, quello sì. E ci viene spontanea una domanda. L'Ue non era forse retta su un patto fra generazioni, teso a garantire un dignitoso avvenire ai cittadini del futuro? Gentili lorsignori, l'Europa di Schuman, solidale e visionaria, che voi vi vantate di incarnare, è lontana anni luce. Oggi le parole di uno dei padri fondatori stridono con le vostre chiacchiere ipocrite da burocrati di Palazzo: "L'Europa non potrà farsi una sola volta, né sarà costruita tutta insieme; essa sorgerà da realizzazioni concrete che creino anzitutto una solidarietà di fatto". Fino ad oggi, questa solidarietà non si è mai vista, schiacciata dai progetti miopi. Dicevamo, il Recovery Plan, l'unica risposta furfantesca dell'Ue alla prima esplosione del virus. E durante la seconda ondata, quali sono stati gli aiuti per i povericristi ammalati e sempre più impoveriti?

 

 

 

Il vaccino era l'occasione giusta per dimostrare una consistenza nei vostri portamenti ineffabili ed eterei, e una visione concreta per il bene di tutti. Anche qui, l'Ue non è stata all'altezza. Eppure, il baraccone delle vostre istituzioni è pletorico: con 32.000 dipendenti della Commissione, 7.500 al Parlamento e 3.500 al Consiglio Europeo, la manovalanza a disposizione sembrava sufficiente. Il problema, forse, è questo: tanti impiegati senza nerbo, pochi timonieri visionari in grado di tenere la rotta con piglio sicuro. Senza mancarvi di rispetto, la distribuzione delle dosi salvifiche era solo un problema di organizzazione. Non si chiedeva visione, ma un banale calcolo dei vaccini per numero di abitanti. L'unica fornitura che fin dall'inizio procede (a rilento) è quella di Pfizer, con cui avete stretto un accordo insufficiente, quanto a dosi e tempistica. Così, ogni stato è andato alla rinfusa, cercando di salvare la pelle ai propri concittadini. La Germania ha seguito la strada del buon senso, scommettendo sul fallimento del vostro operato. Così si è assicurata 30 milioni di dosi in più, grazie a un accordo privato concluso con la stessa Pfizer. Anche qui, la solidarietà è andata a farsi benedire. Il problema, tuttavia, non risiede, come voi amate dire, nell'egoismo degli stati, i quali perseguono gli interessi nazionali. L'Ue dovrebbe fare con noi, cittadini europei, proprio quello che fanno gli stati: curare i nostri interessi e semplificarci la vita. Ma le risposte dell'Ue non ci sono, perché, a ben vedere, l'Unione Europea non esiste. Eppure, sui siti delle istituzioni si leggono comunicati trionfali: "Entro marzo 2021, dovrebbe essere vaccinata l'80% della popolazione di età superiore agli 80 anni e l'80% degli operatori sanitari e sociali di ogni stato membro...". Il vostro linguaggio, burocrati senza prospettiva, è simile a un libro dei sogni. Che ci suggerisce una sola conclusione. Questa UE è un bidone senz' anima

 

 

 

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