Filippo Facci contro i "buoni samaritani" dell'Ue: "I vaccini all'Africa? Fa inc***, ammazzano chi vogliono aiutare"
L'unica speranza è che l'Europa pensi che l'Italia sia ormai una nazione africana o comunque povera: perché è a loro, agli africani e ai paesi poveri, che dedicheranno generose attenzioni in tema di vaccini: almeno a parole. Ed molto bello, sia chiaro. Ma vediamo prima i fatti, che poi sono parole. Primo: la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha annunciato che il vecchio continente darà un contributo di 100 milioni di euro a sostegno della campagna di vaccinazione in Africa. Molto bello. Ma non c'è solo l'Africa: la stessa Commissione raddoppierà il contributo al programma Covax dell'Organizzazione mondiale della sanità portandolo a un miliardo di euro. Anche questo è molto bello. Nota: il Covax è un programma lanciato appunto dall'Oms e dalla Francia per accelerare la parità di accesso ai vaccini per tutti i paesi. L'Unicef (l'organizzazione Onu per l'infanzia) ha detto che sarà la più grande operazione di profilassi della storia. «La pandemia non finirà finché tutti non saranno protetti a livello globale», ha preannunciato la von der Leyen, «e l'Unione è pronta a sostenere le strategie di vaccinazione nei partner africani». Bene, benissimo. «Stiamo anche esplorando il potenziale sostegno per aumentare le capacità di produzione locale di vaccini, e questo sarebbe il modo più veloce per aumentare la produzione a vantaggio di coloro che ne hanno più bisogno».
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I BISOGNOSI
Ha detto: coloro che hanno più bisogno, e, anche qui, forse si aprono speranze per l'Italia. Durante il G7 online di ieri, la commissaria ha aggiunto che si sosterranno i paesi con sistemi sanitari in difficoltà nonché la formazione del personale medico e di supporto, più la logistica: e anche qui non è impossibile che stesse parlando dell'Italia o di qualche altro paese europeo in seri guai. La commissaria (ha scritto testualmente che «le consegne inizieranno presto» e che sarà «un vero momento di solidarietà globale». Insomma, è tutto meraviglioso e solidale. L'Ue manderà medici ed esperti e forniture e soprattutto soldi, oltre a potenziale le capacità di produzione locale di vaccini in base ad accordi di licenza in Africa. Ah, ecco, parlava dell'Africa. È tutto. Molto. Bello. Quello di ieri era il primo G7 del 2021 ed esordivano Mario Draghi e Joe Biden, che promette di coprire di soldi l'Organizzazione Mondiale della Sanità (che è in mano ai cinesi) e di mettere quattro miliardi di dollari per finanziare il programma Covax, per le profilassi nei paesi poveri. Boris Johnson ha promesso 548 milioni di sterline, e chiederà al G7 di dare di più. Sembrava una di quelle cene di beneficenza dei film americani, con le celebrità che leggono l'entità degli assegni e parte l'applauso.
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Sappiate che non siete soli - vogliamo rassicurarvi - se per caso avete pensato che l'Europa forse dovrebbe risolvere i problemi propri, prima di dedicarsi generosamente a quelli degli altri: o perlomeno dovrebbe aver seriamente incanalato le soluzioni per risolverli. Bene: non è così. La commissaria ha fatto solo annunci all'italiana e ha parlato di vaccinare tutti entro fine estate, di una task force per aumentare la capacità produttiva dei vaccini, di accelerare le approvazioni dell'Ema (di vaccini autorizzati) però non cambia una cosa: i vaccini mancano. I contratti non sono trasparenti, solo quelli con CureVac e AstraZeneca sono pubblici. La Germania, non da sola, si lamenta perché sulle vaccinazioni non può correre come vorrebbe. Nonostante la forza negoziale di 27 Stati membri coi colossi farmaceutici, abbiamo solo tre vaccini autorizzati e in distribuzione (Pfizer-BioNTech, Moderna, AstraZeneca) ma non bastano, perché le aziende ne mandano meno, e abbiamo altri tre contratti conclusi (Sanofi-GSK, Johnson & Johnson, CureVac) in attesa di approvazione definitiva alla pari di quelli Novavax e Valneva.
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LA TRATTATIVA
Però, nel presente, i vaccini non bastano. L'accusa generale è quella di aver impiegato una vita per stipula dei contratti che altri paesi (vedi Gran Bretagna, Israele, Stati Uniti) hanno siglato in fretta e senza pastoie: i risultati si vedono, perché da loro le vaccinazioni corrono e in qualche caso sono quasi a fine corsa. L'Europa invece ha mercanteggiato un prezzo più basso rispetto a quello pagato da altri paesi, così da disincentivare la consegna delle dosi: questo sostengono molti deputati Ue. Per non parlare dei certi paesi arabi, che forse non hanno fatto troppe trattative. Morale, gli stati più lenti e inguaiati sono gli stessi che si preoccupano di fornire vaccini al Terzo mondo, senza averne per sé. Quello che fa più in***are però è un'altra cosa: è che questi buoni samaritani (Ue compresa) potrebbero contribuire ad ammazzare le genti che vorrebbero aiutare. Guardando ai numeri dei contratti e dei vaccini, ne deriva che i paesi più ricchi ne hanno già stipulati per 3 miliardi di dosi: corrispondono a un miliardo più del necessario. In pratica si rischia il doppio dei morti nel mondo secondo un calcolo che ha fatto la ong One, che ha monitorato i cinque principali vaccini che dovrebbero essere sul mercato nei prossimi mesi (Pfizer, Moderna, AstraZeneca, Johnson and Johnson, Novavax) e relativi i contratti di Usa, Canada, Ue, Gran Bretagna, Giappone e Australia. Dentro anche l'Ue. Anche solo su un piano prettamente economico, non permettere ai paesi poveri di vaccinarsi - dice lo studio, che potrebbe sbagliarsi, ma non di molto - questo pianeta perderebbe 135 miliardi di dollari di Pil. Tutti solidali, sì. ma anche ipocriti e protesi al nazionalismo dei vaccini. In sintesi: la Ue parla, gli Usa parlano, la Gran Bretagna parla: ma se anche tutto andasse bene (per noi) ballano due miliardi di persone. Speriamo che siano tutti No-Vax.