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Coronavirus, i vaccini ci costano un decimo dei ricoveri: spesi finora venti miliardi

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Antonio Castro
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Finora è costata almeno 20 miliardi (e spiccioli) la mancata programmazione per "aggredire" la pandemia invece di rincorrere il virus. E questo solo per tentare di curare le oltre 96mila vittime falciate dal Covid. L'Università Cattolica ha proiettato attualmente i soli costi dei ricoveri in terapia intensiva: 1.425 euro al giorno per paziente. Per un totale di 426mila giornate di ospedalizzazione. Ne salta fuori un costo aggregato di oltre 19,5 miliardi. Se per 50 milioni di persone (due inoculazioni: 100 milioni di dosi)avessimo acquistato a prezzi di mercato (Israele ha pagato 28 euro a dose), avremmo speso 2,8 miliardi. Quello che abbiamo speso in un paio di mesi solo in costi di terapia. Oltre al dramma emozionale e sociale di aver perso in poco più di 12 mesi la popolazione di una cittadina di medie dimensioni (come se in un solo anno sparissero Ancona, o Arezzo, o Alessandria, o Lecce), c'è da tener conto dei costi sostenuti. E tutto questo senza aggredire il virus.

 

 

 

L'analisi sui costi è impietosa e mette sotto accusa la mancanza di organizzazione a livello centrale e locale. Non a caso il nuovo presidente del Consiglio, Mario Draghi, sta alzando un polverone per riuscire a mettere le mani sul vaccino che da Bruxelles ordinano, promettono e garantiscono, ma poi non arriva. Secondo le indiscrezioni a livello europeo il vaccino Pfizer verrà pagato 12 euro circa (Moderna 18 dollari, Oxford/AstraZeneca con 1,78 euro). Non c'è solo l'Italia in queste condizioni. Mezza Europa se ne lagna. Non ci vuole un genio a comprendere che chi prima riuscirà ad immunizzare il proprio Paese più rapidamente ripartirà economicamente.

Ogni settimana di prolungamento delle restrizioni sanitarie riduce di -0,4 punti percentuali la crescita trimestrale del Pil dell'Unione europea. Uno studio Euler Hermes (assicurazione Allianz), stima che l'attuale ritardo di 5 settimane nella somministrazione corrisponde a -2 %i, ovvero circa 90 miliardi. Il costo settimanale dei lockdown mirati in Italia viene stimato in 2 miliardi, 2,8 in Germania e 3 in Spagna e Francia. In Inghilterra Boris Johnson ha recuperato consensi proprio pompando nel Paese antidoti come se fossero galloni di Guinness. La campagna vaccinale Uk procede spedita perché chi prima si immunizza prima tornerà a vivere e a "fare business". Sarà brutto ammetterlo - a fronte di milioni di morti - ma uno degli effetti che non possiamo permetterci è aspettare che passi. E quindi avere i vaccini e somministrarli quanto più rapidamente possibile, rappresenta la scialuppa di salvataggio.

 

 

 

 

In Israele (quasi 9 milioni di cittadini censiti), la campagna di vaccinazione procede h24. Il governo utilizza qualsiasi occasione: offre birre, pizze e felafel a quanti vanno a farsi vaccinare pure nei pub. Sono state approntate ambulanze per raggiungere i più remoti kibbutz nel deserto. Una macchina delle inoculazioni che ha coinvolto l'intera sistema nazionale. A cominciare dall'esercito. Certo Israele - che da decenni vive uno stato di perenne emergenza - gode di un sistema operativo avveniristico. Resta il fatto che possa può contare su dosi di vaccini per tutti. E le dona pure all'Olp. Certo acquistate non proprio a prezzi da saldo (28 euro l'una). Consapevoli della regola: «Chi più paga meglio e prima viene servito», gli emissari del governo israeliano hanno battuto le case farmaceutiche mesi fa. E appena disponibile hanno attivato veri e propri corridoi aerei dedicati per garantirsi le scorte. Noi, in Italia invece abbiamo speso 1,3 miliardi di euro in tamponi, altri miliardi in bizzarre mascherine e guanti e stanziato poco più di un miliardo per pagare le dosi. Intanto il virus corre e ammazza. Alzi la mano chi non pagherebbe 28 euro per farsi vaccinare. Ma subito. 

 

 

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