Ursula Von der Leyen
C'eravamo tanto illusi: negli ultimi mesi sembrava proprio che l'Unione avesse cambiato "look". Se, prima del Covid, gli euroscettici avevano le loro buone ragioni a parlare di eurosclerosi e di crisi senza fine degli ideali comunitari dei Grandi Padri dell'Unione, da De Gasperi a Schuman, da Antonio Martino ad Adenauer, la pandemia aveva finito per far cambiare idea a molti supercritici. Perché solo Ursula - era stato detto in tutte le salse - ci avrebbe salvato dai contraccolpi della crisi economica che i ripetuti "lockdown" hanno reso ancora più profonda nonostante gli ultimi segnali di risveglio. Non era stata la stessa Von der Leyen ad aver avuto un occhio di riguardo nei confronti dell'Italia che, a dispetto dei Paesi cosiddetti "frugali", ha ottenuto una valanga di soldi dal Recovery Plan?
Tanto era l'entusiasmo per la nuova signora di ferro onorata da tutti (tranne che da Erdogan) che pochi hanno sottolineato un fatto non certo marginale: buona parte di questi quattrini dovrà essere restituita al mittente. E con gli interessi. Poco importa: grazie alla tedesca che guida la Commissione, l'Europa era tornata ad essere decisamente "uber alles". Peccato che oggi scopriamo, invece, la solita ed amara verità: tutto è stato solo un sogno di mezza primavera perché la Ue continua a perdere il pelo ma non il vizio. Proprio in questi giorni, infatti, stiamo nuovamente assistendo al triste spettacolo degli immigranti che hanno invaso Lampedusa, ridotta a una latrina a cielo aperto, senza che la Ue batti ciglio.
Non solo: anche per vendicarsi dell'epiteto di «dittatore» sbandierato dal premier Draghi contro Erdogan - proprio in difesa dell'Europa dopo quella poltrona di "serie B" riservata da Ankara ad Ursula -, due imbarcazioni italiane sono state attaccate al largo di Cipro da decine di natanti della Turchia che ha appena raggiunto un importante accordo di cooperazione e militare con la Libia degli immigrati. È stato così necessario l'intervento di una nostra nave da guerra.
Siamo, dunque, alle solite: noi siamo sempre pronti (Draghi "in primis") a scendere in campo quando si tratta di difendere gli interessi del "club" europeo, ma Bruxelles, almeno sullo scottante capitolo dell'immigrazione, continua a latitare. Sì, questa volta avevamo davvero sperato che qualcosa fosse cambiato: purtroppo, c'eravamo ancora una volta sbagliati. Europa, se ci sei batti un colpo.
Il Ruberti gate? Scene imbarazzanti. Il video rubato in cui il capo di gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti, dopo una cena, minaccia di morte un commensale che era con lui ha portato alle dimissioni dello stesso braccio operativo del sindaco Gualtieri e al ritiro della candidatura alle politiche di Francesco De Angelis, che era con lui quella sera. Se ci saranno inchieste stabiliranno le colpe, pare che ci sia di mezzo una storia di assicurazioni del Comune di Roma e scambio di favori.
Questa, in ogni caso, è una bellissima cartolina del Pd romano. Nella Capitale si diceva: "Non solo Cesare deve essere immacolato, anche sua moglie". In questo caso la moglie è Ruberti e Cesare è il sindaco Gualtieri, che rischia di perdere credibilità. Due cose: non è che con le dimissioni di Ruberti può tornare tutto come prima, perché c'è un pentolone da scoperchiare. Seconda cosa: qui si prova la nobiltà della magistratura. Sarebbe bello che l'ex capo di gabinetto venisse trattato dai magistrati, e da certa stampa, così come vengono solitamente trattati i politici di centrodestra. Il video-commento del direttore di Libero Pietro Senaldi.