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Francesco Giro, il forzista con la doppia tessera promuove la federazione con la Lega: "Salvini è l'erede di Berlusconi"

Brunella Bolloli
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Senatore Francesco Giro, lei si è portato avanti con la federazione: dal 2018 ha la doppia tessera di Forza Italia e Lega. Perché?

«Dopo il primo avviso di garanzia inviato a Matteo Salvini nell'agosto del 2018, per la vicenda migranti, ho annunciato che avrei preso la tessera della Lega in segno di solidarietà politica e personale e così poi ho fatto».

Nel suo partito, Forza Italia, come l'hanno presa?

«Ho subìto attacchi pesanti. Pensi che un importante dirigente mi ha consigliato di cambiare spacciatore e mi ha detto che se avessi fatto lo stesso nella Lega, mi avrebbero preso a calci. Altri non si capacitavano: "Ma come, proprio tu che sei sempre stato un fedelissimo di Berlusconi"».

Però è vero: con Bondi ministro dei Beni Culturali e lei sottosegretario eravate gli adulatori del Cav.

«Il presidente Berlusconi è un fuori classe, il nostro Churchill, un carisma eccezionale e gli sarò sempre grato».

Ma...

«Resta in campo, ma ha dato il testimone a Salvini, suo erede politico».

Dove non sono riusciti Fini e Alfa no, riuscirà il segretario leghista?

«Fini e Alfano non hanno avuto la consacrazione elettorale che invece ha avuto Salvini, più simile di loro a Berlusconi e lungimirante: ha capito che la Lega doveva allargarsi al centro, stare saldamente in Europa, sposare i valori liberali e cattolici e guardare ai liberi professionisti, alle piccole e medie imprese, ai giovani».

 

 

 

Tra gli azzurri c'è malumore. È contento solo lei della fusione?

«Alt: questa non è né una fusione, né un'annessione. Antonio Tajani l'ha spiegato bene. Adesso ci stiamo organizzando dal punto di vista parlamentare e territoriale. Con la fine del Covid torneremo a fare iniziative insieme. In futuro vedremo se si potrà parlare di partito unico: il primo a pensarci fu De Gasperi nel '53, poi Berlusconi con la Casa delle Libertà».

Torniamo ai litigi dentro Fi.

«Sono rimasto amareggiato del fatto che uno scambio verbale tra un capogruppo e un ministro sia finito sui giornali. È il segno di un degrado politico e dei rapporti che ci può solo nuocere. Non dobbiamo presentarci come un partitino assediato».

Si riferisce alla lite tra Annamaria Bernini e Mara Carfagna?

«Sono amico di entrambe, il confronto in un partito ci sta, ma diffonderlo no. Carfagna non mi ha mai attaccato per la mia doppia tessera, ha le sue idee, ma proverò a convincerla che la federazione ci aiuterà».

La federazione è una risposta a Coraggio Italia, la creatura di Brugnaro e Toti?

«Coraggio Italia è stata un'operazione di palazzo. Avrei compreso un'attività di Brugnaro dal basso, invece lui è andato in Parlamento ad arruolare in campo amico e si è vantato di avere "fregato" i partiti».

 

 

 

 

Come saranno i rapporti con la Meloni che avanza nei sondaggi?

«Giorgia sta crescendo molto, il suo libro è un manifesto politico. Oggi abbiamo tre partiti al vertice: Lega, Fdi e Pd, il primo si sta spostando al centro, il secondo è di destra, il terzo di sinistra. Vedremo i Cinquestelle...».

Berlusconi andrà al Colle?

«Lo spero, ma intanto vorrei che fosse risarcito con la nomina a senatore a vita. Nel 2013 c'è stato un vero e proprio golpe contro di lui e da lì è cominciata la crisi di Forza Italia».

 

 

 

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