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Vaccino, Vittorio Feltri: chi è contro il siero di Stato si dimentica il Quirinale

Vittorio Feltri
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Sottopongo ai lettori un quesito articolato sulle presunte violazioni costituzionali del nostro governo a proposito del vaccino obbligatorio e del Green pass. All’inizio del dibattito confesso di avere avuto il dubbio che i critici no vax avessero qualche ragione nel dire: se io  sono contrario a farmi immunizzare sono fatti miei e, in base alle norme della Carta, nessuno mi può costringere a farmi bucare il braccio. Un discorso apparentemente logico e incontestabile. Poi però mi è venuto in mente che nel 1964 fui arruolato nell'esercito, si trattava di servizio di leva cui era illegale sfuggire. Mi presentai al Car di Orvieto dove le reclute erano trattate come stracci. Il mio umore era pessimo, avrei fatto qualsiasi cosa per evitare quel martirio. Ma non avevo via d'uscita se non adattarmi a quella specie di galera che era la caserma. In nessun modo avrei potuto evitare quel tipo cruento di detenzione.

 

 

Scusate, ma se fare il militare era obbligatorio, alla luce di quello che dicono gli ostili al vaccino, ciò costituiva una violazione della libertà individuale, quindi l'esercito coercitivo era anticostituzionale. C'è poco da discutere, ma allora a nessuno veniva in mente di denunciare le Forze armate, le quali segregavano i ragazzi ventenni per piegarli alle loro esigenze. Eppure la Costituzione era vigente da parecchi anni. Non solo a noi giovanotti si imponeva di svolgere una attività per nulla gradita. A un certo punto i vari plotoni vennero convocati in infermeria, ignoravano la finalità della convocazione. Medici e infermieri ordinarono alla soldatesca di spogliarsi, bisognava essere a torso nudo per ricevere nelle "tette" un punturone pazzesco, cioè un vaccino protettivo che garantiva contro ogni malattia per un paio di anni. Ci sentimmo tutti minacciati da quella enorme siringa piena di liquido torbido. Ma ci rassegnammo in blocco senza protestare, a farci trafiggere dall'ago.

 

 

Alcuni svenirono per il terrore, altri sacramentarono moderatamente, io subii a ciglio asciutto e bestemmiando tra i denti in puro stile orobico. Il giorno appresso l'intero battaglione era febbricitante, un malessere mai provato che però durò 24 ore e non lascio conseguenze. Personalmente per la durata della leva, grazie a quell'intruglio, non ebbi neanche un raffreddore. Poiché il trattamento faceva parte del protocollo dell'esercito non ci fu anima che ne invocò l'anticostituzionalità. Questo mio racconto è incontestabile, è un pezzo importante della storia italiana. Non c'è stata inchiesta parlamentare, per quindici mesi tutti noi strappati alle nostre attività civili, studi e lavoro, dovemmo ubbidire e ubbidir tacendo. Oggi i No vax si appellano alla suprema legge per reclamare la facoltà di esimersi dal farsi fare un buchetto nel braccio. Andrebbero presi a calci nel sedere, invece li coccoliamo quali bimbi ritardati. 

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