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Beppe Grillo, la bomba di Senaldi: "Chi c'è dietro la boiata sul Costa Rica", ombre cinesi

Pietro Senaldi
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Telo do io la Costa Rica... Nel tentativo di far apparire Conte come una persona normale, Grillo spara la boiata galattica. Così fragorosa e disarmante da oscurare in un colpo tutti i balbettii e le circonvoluzioni del presunto leader di M5S su guerra ucraina, presidenziali francesi e paradossi italici. Una bomba nucleare contro il buon senso e la decenza politica, nel pieno stile grillino, solo un po' più insensata del solito. Nel proprio blog, il guru pentastellato annuncia il suo uovo di Colombo per uscire dalla crisi bellica che sta mettendo in ginocchio l'Europa: bisogna imitare la Costa Rica, che negli anni Cinquanta, grazie al presidente Figueras, nomen omen, lascia intendere l'elevato, smantellò l'esercito e utilizzò i soldi risparmiati per finanziare istruzione e sanità. Da allora, il piccolo Stato centroamericano è un eden, ricco colto e in pace.


 

 

 

VELLEITARIO - Ah, a pensarci prima: quante guerre l'Italia avrebbe risparmiato al mondo... Grillo è la dimostrazione che ciascuno dovrebbe fare il suo mestiere, perché altrimenti fa solo danni. Lui è un grande comico, la velleità di trasformare le proprie barzellette in un programma politico ha fatto ridere il mondo e piangere gli italiani. Purtroppo, lo sciagurato persevera.
Come chi ha avuto grande successo e poi precipita perché le sue idee sono invecchiate e il suo passo è ormai trascinato, anche l'elevato si illude di venire fuori dalle difficoltà riproponendo l'antico schema vincente, che invece ne prova solo l'inadeguatezza.
E così, mentre la situazione in Ucraina si fa ogni giorno più ingarbugliata e Putin minaccia l'escalation del conflitto e paventa di attaccare la piccola e imbelle Moldavia per ottenere almeno una vittoria semplice, il capocomico progetta il disarmo nazionale. Forse pensa di chiudere così la polemica sull'invio a Kiev di aiuti bellici: il giorno in cui non avremo armi, nessuno ci potrà ordinare o chiedere di mandarle.
La politica dello struzzo: se ci sono problemi, basta ficcare la testa sotto terra per farli sparire. Peccato che, così facendo, dopo poco sotto terra con la testa ci finisce anche tutto il resto del corpo...
Inutile spiegare a Grillo che la Costa Rica si può permettere di non avere un esercito perché è a un tiro di schioppo dagli Stati Uniti, che interverrebbero in tempo reale per proteggerla qualunque cosa la minacciasse. Tempo perso anche fargli presente che, di fronte alla minaccia russa, tutta Europa si sta affrettando per mettersi sotto l'ombrello della Nato.


 

BASTIAN CONTRARIO - Il tragicomico fondatore di se stesso, che per disperazione e dabbenaggine collettiva è diventato un brutto giorno un capopopolo, ha fatto dell'essere il bastian contrario la propria regola. Mentre tutti dicono che l'Europa non conta nulla perché non ha un esercito, lui, anziché far presente che per avere truppe in comune bisognerebbe avere prima una politica condivisa e un'economia davvero integrata, sceglie di distinguersi progettando la resa preventiva a Putin e a chiunque venga in testa un giorno di prendere di mira l'Italia.
Forse la nuova pensata, che gli elettori grillini pagano cara a Beppe, visto che il Movimento gli ha appena fatto un contratto di 300mila euro l'anno per curargli la comunicazione, gli è stata suggerita direttamente dal leader cinese Xi Jinping, del quale il guru ambisce da sempre essere compagno di merende. Gli eserciti sono il vero ostacolo del Dragone, che ambisce a diventare la prima potenza al mondo ma per farlo usa la violenza solo mei confini patri, trattando i propri cittadini come schiavi, chiudendoli in gabbia per far rispettare il lockdown anti-Covid e ribaltando lo slogan grillino della decrescita felice nel dogma della crescita infelicissima e criminale.
Comunque sia, una cosa è certa.
I tempi sono grami, il futuro promette anche peggio e neppure Draghi riesce a garantire, non dico una navigazione tranquilla, ma neppure un approdo sicuro. Di tutto l'Italia ha bisogno, tranne che di un altro giro con i grillini in cabina di regia. Il Pd e il suo segretario Enrico Letta se ne sono resi conto da un pezzo, ora dovrebbero iniziare ad agire di conseguenza. I pericoli per la democrazia non sono Meloni o Salvini, anche se funziona dirlo nei tanti talk show di sinistra. Come già intimò Renzi a Grillo tanti anni fa in diretta streaming, ora è il caso che qualcuno urli a Letta: Enrico, esci da questo blog, aiutaci a liberare l'Italia dall'incubo pentastellato. Non ce lo possiamo proprio più permettere.

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