
Ilva, ricorso della Procura contro il decreto: "Consente di commettere reati"

Taranto, 28 dic. - (Adnkronos) - Dal Palazzo di giustizia jonica, guidata dal procuratore Franco Sebastio, e' gia' partito il ricorso alla Consulta. Come ventilato sin dal varo del decreto legge 207 del Governo, cosiddetto "salva-Ilva", le toghe tarantine hanno contestato la violazione dell'articolo 112 della Costituzione (obbligo del magistrato ad esercitare l'azione penale). Nel ricorso si fa riferimento anche all'articolo 107 (garanzie stabilite nei riguardi dei magistrati dalle norme sull'ordinamento giudiziario). Sostanzialmente, la Procura contesta un'interferenza in quanto il provvedimento del Governo puo' avere l'effetto di annullare gli esiti del provvedimento cautelare adottato dal pm con il sequestro degli impianti del complesso siderurgico al fine di tutelare la salute pubblica minacciata dai reati contestati. Il decreto del Governo, infatti, ha consentito la facolta' d'uso degli impianti mentre il provvedimento cautelare del gip Todisco lo aveva negato. Consentendo la ripresa delle attivita', e' la tesi della Procura nel suo ricorso, la magistratura non puo' reprimere la commissione di ulteriori reati, che sono quelli che avevano giustificato il sequestro degli impianti; e cio' va a discapito dell'obbligatorieta' dell'azione penale. La Procura, inoltre, rivendica la competenza a procedere sull'inquinamento provocato dall'azienda. Dopo il ricorso, la Procura di Taranto valuta le nuove azioni. Si attende, infatti, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della conversione in legge del decreto avvenuta al Senato il 20 dicembre per estendere l'impugnazione. Anche l'azienda attende che entrino in vigore le nuove norme per il dissequestro dell'acciaio sequestrato il 26 novembre. Nel frattempo dall'Ilva e' stato presentato un ricorso per il dissequestro su cui il Tribunale del Riesame si riunira' l'8 gennaio. In quella data e' possibile per la Procura sollevare anche l'eccezione di incostituzionalita' delle norme impugnate.
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