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Rogo Primavalle: Rao, collusioni e coperture restano nodo irrisolto

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Roma, 16 apr. (Adnkronos)- "Non è un nodo irrisolto" il rogo di Primavalle, in cui la notte del 16 aprile 1973 tre militanti di Potere operaio incendiarono con la benzina l'appartamento di Mario Mattei, segretario della sezione "Giarabub" del Movimento Sociale Italiano e provocarono la morte di due dei sei figli di Mattei, Virgilio (22 anni) e Stefano (8 anni). Ciò che deve essere approfondito è legato a quanto accadde il giorno dopo, ad omertà, collusioni, coperture. "Cioè: la decisione fu solo dei tre militanti (Achille Lollo, Marino Clavo e Manlio Grillo - ndr) o estesa a tutto Potere operaio?". A chiederselo è Nicola Rao, autore di Trilogia della Celtica, una 'tre libri' che affronta la storia del neofascismo italiano. "I giornali di sinistra scrissero che era una faida interna ai fascisti. Elemento gravissimo, come ciò che accadde il giorno dopo", ricorda Rao all'Adnkronos. Quindi elenca alcuni titoli: "Manifesto del 17 aprile: 'E' un delitto nazista'. Lotta Continua del 17 aprile: 'La provocazione fascista oltre ogni limite arriva al punto di uccidere i suoi figli. Un bambino di 8 anni è il costo di una criminale vendetta fascista'". "Lollo, arrestato - prosegue Rao - nega nonostante le accuse di un certo Speranza. Gli scrive in carcere Franca Rame: 'Ho provato dolore e umiliazione nel vedere gente che mente, senza rispetto nemmeno dei propri morti' e parte una rete di solidarietà formidabile che giunge anche alla pubblicazione di un libretto, 'Primavalle, incendio a porte chiuse', in cui si sosteneva l'innocenza dei tre. Anche Riccardo Lombardi, uno dei padri della patria, scrive a Lollo: Caro compagno il tuo arresto ambiguo è rilevatore di una mentalità da vendetta di classe. Ti scrivo per incoraggiarti a resistere alla persecuzione", ricorda il giornalista. (segue)

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