Sardegna: Pili (Unidos), no a vendita di Stato dei fari dell'isola
Cagliari, 17 apr. - (Adnkronos) - "La vendita o la concessione per 50 anni dei gioielli immobiliari sulle coste sarde è l'ennesimo tentativo di una rapina di Stato ai danni della Sardegna e dei Sardi. Si tratta di un piano messo a punto da spregiudicati affaristi che ignorano, o fanno finta, le norme e le sentenze costituzionali che impediscono qualsiasi vendita o concessione di quel patrimonio. I tre straordinari monumenti architettonici non sono più dello Stato perché lo Statuto sardo all'art.14 dispone l'automatico passaggio alla Regione dei beni che hanno dismesso la funzione statale". Lo ha detto stamane il deputato sardo Mauro Pili (Unidos) presentando un'interrogazione urgente al Presidente del Consiglio e al Ministro dell'Economia perché fermino immediatamente il piano dell'Agenzia del demanio messo a punto con Invitalia per la vendita di tre fari sulle coste sarde. Si tratta del "Semaforo", con alloggio e terreni nel Comune di Domus De Maria (Ca), la "Batteria militare" di Capo d'Orso a Palau (Olbia Tempio) e il Faro di Capo Comino a Siniscola (Nu), che invece secondo il deputato "devono passare immediatamente nella piena proprietà della Regione" Pili spiega infatti che l'articolo 14 dello Statuto Autonomistico sardo è chiarissimo: "La regione - recita l'art. 14 -, nell'ambito del suo territorio, succede nei beni e diritti patrimoniali dello Stato di natura immobiliare e in quelli demaniali, escluso il demanio marittimo". Il deputato aggiunge anche "un'interpretazione ancora più netta della Corte Costituzionale: 'Va dunque dichiarato - cita la sentenza - che non spetta allo Stato porre in vendita a privati l'immobile in questione, appartenendo questo al demanio della regione". (segue)