Mafia: Musumeci, inchino a boss? Questore tempestivo, spero sia emulato
Palermo, 4 dic. (AdnKronos) - "Gli inchini sono un retaggio della tradizione feudale che è stato acquisito dalla mafia. Una volta venivano fatti come atto d'omaggio nei confronti del signore del luogo: 'Mi inchino per riaffermare la tua supremazia'... E' risaputo che i boss tendono a riaffermare la loro presenza sul territorio. Il mafioso ha bisogno del consenso sociale in questa ovattata competizione fra Stato e mafia. Quello che è importante oggi è capire se il mafioso continua ad esercitare un potere di condizionamento su chi vive in un luogo, in un quartiere". Così il presidente della commissione Antimafia dell'Ars Nello Musumeci commenta all'Adnkronos quanto avvenuto ieri a Paternò (Catania) durante la processione della patrona Santa Barbara. Il questore di Catania, dopo l'inchino sotto casa del boss dei due cerei delle corporazioni degli ortofrutticoli e dei dipendenti comunali, ha disposto immediatamente l'allontanamento dei due gruppi dalla processione e il divieto per loro di proseguire la manifestazione anche nei giorni successivi. "Condivido la tempestività con cui ha agito il questore - ha aggiunto Musumeci - e spero possa essere emulato anche altrove. Mi chiedo come mai ce ne siamo accorti così in ritardo visto che questo assurdo rito si ripete da tempo e non solo a Paternò".