Cuochi: da Di Vittorio a Michelle Obama, ai tavoli di Giacomo Bulleri la storia/Adnkronos (3)
(AdnKronos) - La trattoria di via Donizzetti è solo il primo di una lunga serie, che oggi domina il mondo della ristorazione milanese. Da allora, Giacomo non ha più smesso di sperimentare, di innovarsi, di ricordare a tutti l'importanza della cucina tradizionale italiana, delle proprie radici, del rispetto degli ingredienti e dei sapori. Dopo 33 anni il trasferimento in via Pasquale Sottocorno. Lì la svolta verso il pubblico di artisti e imprenditori che gli hanno dato la prima, più vasta, notorietà e non solo a Milano. Dopo sono arrivati il 'Giacomo Bistrot', la 'Tabaccheria' e la 'Pasticceria'. Da Giacomo sono passati tutti. Ci sono andati i cantanti del Teatro alla Scala: Del Monaco, la Callas, Di Stefano. Direttori d'orchestra come Riccardo Muti e Claudio Abbado. Gente del cinema e dello spettacolo come Carlo Ponti e Sofia Loren, Spielberg, De Niro; cantanti come Bono Vox e Mike Jagger. Non è mancata la moda: Prada, Armani, Calvin Klein. Poi, nel gennaio 2011 l'apertura di “Giacomo Arengario” sopra il Museo del Novecento. "Ironia della sorte - commenta Giacomo - ancora una volta il tema del lavoro e dei lavoratori mi accompagna. Ma non è un caso. Il ristorante è proprio sopra al dipinto "Il Quarto Stato" di Giuseppe Pellizza da Volpedo. Un sacro graal. Un simbolo".