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Mafia: Cutrò, lo Stato mi ha abbandonato, ora stop a passerelle (2)

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(AdnKronos) - Per gli imprenditori che denunciano il racket la legge prevede tre sospensioni delle istanze di pagamento e un mutuo agevolato. Ma nonostante due perizie del ministero dell'Interno datate 2011 e "ritrovate solo ora", nelle quali "veniva certificato che la mia azienda era sana e che tutti i danni accumulati erano legati alla mafia - dice oggi Cutrò -, gli aiuti e il mutuo da 300mila euro a cui si faceva riferimento in quegli atti non sono mai arrivati. Ho provato con tutte le mie forze a far ripartire la mia azienda - racconta -, ma non ci sono riuscito. I primi a bussare alla mia porta sono stati gli stessi organi dello Stato". Ieri l'imprenditore antiracket di Bivona avrebbe dovuto pagare 540mila euro, "tutti debiti riconducibili ai danneggiamenti subiti". La chiusura della sua azienda? "Non è stata colpa della mafia, ma della burocrazia dello Stato che è peggio dei mafiosi" dice adesso Cutrò. Oggi il presidente dell'associazione nazionale dei testimoni di giustizia è un dipendente regionale, lavora al Centro per l'impiego di Bivona, ma il suo sogno è tornare a fare l'imprenditore. "Ringrazio la Regione per questa opportunità - dice -, ma sono pronto a lasciare subito questo posto, se lo Stato mi aiuta ad essere un imprenditore libero in un'Italia libera. Lo Stato mi restituisca la mia azienda e mi stia accanto. Dimostri che la lotta alla mafia è una cosa seria e non solo passerelle. Dimostri che c'è e difende chi ha subito vessazioni, non mandi alle vittime di mafia un messaggio devastante, facendo chiudere l'azienda di un testimone di giustizia". Eppure tornando indietro per Cutrò la strada sarebbe la stessa. "Rifarei mille volte quello che ho fatto e agli imprenditori e ai cittadini dico di denunciare, di non piegarsi e di essere uomini e donne liberi" conclude.

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