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Basilicata, la scaramanzia diventa turismo nel paese che non si può nominare

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Matera, 11 ago. (Adnkronos) - Riuscire a trasformare la cattiva nomea di portare "jella" al solo pronunciare il nome in un'occasione turistica: e' quello che sta accadendo a Colobraro, piccolo paese della provincia di Matera perseguitato da decenni dalla brutta fama di portare male e per questo diventato il "paese innominabile" o "quel paese", altrimenti scattano corna e i consueti gesti plateali contro la malasorte. E cosi' a Colobraro sono stati cosi' bravi da utilizzare la scaramanzia come un volano per attirare attenzioni e ci stanno riuscendo tanto che quest'anno, per la terza edizione, il centro storico del piccolo Comune di 1500 anime sara' animato due volte alla settimana dallo spettacolo teatralizzato ed itinerante "Sogno di una notte... a quel paese". Appunto, la stessa comunita' ormai abituata gioca con questa credenza facendola diventare un modo per far arrivare turisti e in questo modo prendendosi anche un "risarcimento morale" per tanti decenni di imprecazioni. In realta' questa eredita' del passato e' piu' legata ad una leggenda urbana ed e' stata alimentata dalle malelingue degli altri paesi lucani. Si dice, infatti, che tutto nascerebbe da un aneddoto. Negli anni '40, nel salone della Provincia di Matera, un professionista di Colobraro avrebbe "profetizzato" la caduta di un lampadario. Vedendolo infatti penzoloni o poco sicuro, avrebbe detto qualcosa come "quello li' tra poco crolla". Il guaio e' che, stando alla storia che si racconta, il lampadario cadde davvero e s'infranse. Non solo, provoco' anche un grosso incendio. E da quel momento, soprattutto per i materani, il paese fu "segnato". Se questo e' molto probabilmente un chiacchiericchio di paese, ingigantito per le solite ragioni di campanile, e' possibile che la particolare etichetta di portare male, o, se si vuole dirlo nel politicamente corretto, di non portare bene, al paesino della valle del Sinni piu' probabilmente e' stato affibbiato perche' l'antropologo Ernesto De Martino dedico' un capitolo del suo "Sud e magia", uno studio che esplora il persistere nella Lucania profonda di pratiche di magia cerimoniale, tra fatture, possessioni, esorcismi e fascinazione stregonesca. E' anche vero che De Martino giro' molti luoghi della Basilicata e gia' Carlo Levi, nelle pagine di "Cristo si e' fermato a Eboli", scolpi' i ritratti di consuetudini locali legate alla magia e alla superstizione, tuttavia solo Colobraro ha "guadagnato" tale vulgata. E cosi' l'amministrazione comunale e le associazioni culturali del posto hanno deciso di sovvertire tale etichetta usandola come un boomerang per un effetto contrario, ottenendo dei vantaggi per far conoscere davvero il paese e per smentire le leggende. Nel contempo, e' stato creato un modo per far arrivare gente a Colobraro che altrimenti se ne sarebbe guardata bene. Giocando in attacco, anziche' in difesa, Colobraro riesce a combattere la triste nomea che ancora resiste. Quante volte abbiamo sentito nominare Colobraro con uno scaramantico "quel paese"? Da questa domanda, Colobraro ha fatto nascere lo spettacolo "Sogno di una notte d'estate... a quel paese". Una rappresentazione teatralizzata che si svolge nel centro storico, con un sapiente gioco di luci sulla rupe del castello, attraverso diversi "quadri viventi", per poi concludersi con la degustazione di piatti tipici di Colobraro. Divertimento assicurato tra storie del passato rilette tra "affascini" e "monachicchi" fino a svelare le origini del mito, tutto con un tenore lieve e ironico. Finora il riscontro e' stato positivo tanto che rispetto allo spettacolo settimanale dell'anno scorso, quest'anno ad agosto gli appuntamenti sono raddoppiati (ogni martedi' e venerdi', a partire dalle 19.00 in piazza Vittorio Veneto). Inoltre gli attori e figuranti, diretti da Giuseppe Ranoia, vengono spesso chiamati anche in rassegne culturali estive di altri Comuni. Un intero paese, praticamente, e' coinvolto nello spettacolo. L'obiettivo dei cittadini di Colobraro, a cominciare dal sindaco Andrea Bernardo, e' di sfatare la nomea del "paese jella" per farlo diventare piano piano "il paese portafortuna". Anche lo spettacolo e' tutto costruito intorno agli elementi della leggenda. Tanto che gli spettatori, prima di iniziare nel "viaggio" dello spettacolo, possono munirsi di un apposito amuleto.

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