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Addio vacanze, sette italiani su dieci ansiosi e preoccupati per il rientro

Il 27% risulta addirittura depresso

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Milano, 28 ago (Adnkronos Salute) - C'è un nemico insidioso che aspetta i vacanzieri al ritorno in città: l'ansia. Un sentimento che, insieme alla preoccupazione, coglie ben 7 italiani su 10, appena varcata la soglia di casa. Il relax estivo diventa un ricordo sbiadito e le preoccupazioni lasciate in ufficio tornano di colpo a farsi vive già prima di disfare i bagagli, come l'incubo della vita da pendolare e della sveglia che ogni mattina darà il via al tran tran quotidiano. E' il quadro tracciato da uno studio promosso dall'Osservatorio Sanpellegrino e condotto raccogliendo le opinioni di circa mille italiani, uomini e donne, attraverso un monitoraggio online sui principali social network, forum e community digitali. Dalla ricerca emerge che gran parte degli italiani alle prese con il rientro in città cedono al malumore. Se da un lato c'è un 31% che quest'anno per vari motivi ha dovuto rinunciare alle classiche vacanze estive, dall'altro il 24% di chi ha staccato la spina ritiene che le ferie siano state troppo corte e siano volate. Ci sono poi i soddisfatti: un 16% che dichiara di essersela spassata e un 17% che afferma di essersi rilassato abbastanza. Tuttavia l'approccio al ritorno in città avviene all'insegna dell'ansia (43%) e della preoccupazione (33%). Il 27% risulta addirittura depresso e solo il 21% si dichiara tutto sommato sereno. Durante gli ultimi scampoli di vacanze, 6 italiani su 10 dichiarano di non voler pensare alla routine che li aspetta. E se il 47% evita di pensare alle ansie sul posto di lavoro, il 32% rifugge dall'idea di dover tornare alla vita da pendolare, di pensare che inizia un altro anno (22%) e di dover fare i conti nuovamente con la sveglia (21%). Così tra i primi 'disturbi' accusati al rientro, un italiano su 3 (31%) si scopre non ancora pronto psicologicamente e il 18% avverte svogliatezza e poca concentrazione. "L'adattamento a un cambiamento comporta uno sforzo - spiega in una nota Francesca Chiricozzi, psicoterapeuta e neuropsicologa della Sapienza di Roma - quando questo è richiesto a livelli troppo elevati e in tempi repentini, il nostro organismo 'legge' queste richieste come segnali che lo pongono in uno stato di allerta. Da qui la condizione di stress, e l'attivazione di risposte necessarie a difendersi dalla situazione di disagio psicologico". C'è poi il 16% di italiani che si sente fisicamente appesantito dopo le ferie estive. "Il rientro dalle vacanze traduce le ansie legate alla ripresa dell'attività scolastica o lavorativa - afferma Luca Piretta, nutrizionista e gastroenterologo, specialista in Scienza della nutrizione umana all'università Sapienza di Roma - Quanto più drastico è il passaggio tra vacanza e lavoro, tanto più è evidente quella che possiamo definire 'sindrome da rientro'. Questa è caratterizzata da malessere generale, affaticamento, astenia, irritabilità e disturbi del sonno. Alcuni di questi sintomi sono di indole psicologica, altri da deficit nutrizionali e disidratazione". Ma cosa spaventa di più? Secondo lo studio in cima ai pensieri degli italiani c'è il lavoro, le preoccupazioni maggiori sono l'idea di tornare a chiudersi in un luogo fisico per lavorare (29%), le incomprensioni con colleghi e datori di lavoro (23%), l'ansia da risultati (18%) e lo stress degli spostamenti (15%). Per quanto riguarda il cambio dello stile di vita, il ritorno in città preoccupa perché riproporrà la cronica insoddisfazione verso quello che si fa (24%), gli sbalzi di umore che rendono irritabili e nervosi (23%), il poco tempo a disposizione per vedere figli, genitori e partner (21%). Un quarto degli italiani, nonostante tutto, afferma di non prepararsi in alcun modo al rientro, mentre il 22% spiega che riprende gradualmente le abitudini quotidiane. "Per il recupero di una condizione ottimale - suggerisce Piretta - bisogna cominciare dalla prima colazione. Numerose pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato come" saltare il primo pasto della giornata "riduca la performance in termini di minore capacità di concentrazione e rendimento nelle attività fisiche". Secondo Chiricozzi, anche "un giusto apporto idrosalino aiuta a mantenere un equilibrio sia del tono dell'umore che delle capacità intellettive".

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