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Sanita': Gb importa medici da 143 paesi del mondo, 2.500 da Italia

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Milano, 31 ago. (Adnkronos Salute) - Il servizio sanitario nazionale britannico (National Health Service) sta assumendo un terzo dei suoi medici dall'estero. E' quanto emerge dai dati del General Medical Council, secondo cui nel 2012 i dottori 'forestieri' inseriti nel registro apposito erano in tutto 252.553, il 3% in piu' rispetto al 2011. Si tratta di camici bianchi che 'emigrano' dai loro Paesi d'origine, dove si sono formati, e scelgono la Gran Bretagna come meta. Provengono da 143 diverse nazioni del mondo. Fra queste anche l'Italia, che contribuisce alla forza lavoro della sanita' anglosassone con 2.499 camici bianchi. I dati, riportati sul Daily Mail, rinfocolano un dibattito aperto sull'opportunita' di importare medici da oltreconfine, mentre studenti 'autoctoni', magari brillanti, non riescono ad accedere alla carriera universitaria medica per via dei limiti ai posti fissati anche nel Regno Unito a livello governativo. Dai dati emerge che il primo Paese che fornisce camici bianchi alla Gran Bretagna e' l'India, dove si sono formati ben 25 mila medici registrati nel Regno Unito. Segue il Pakistan (quasi 9 mila) e il Sudafrica (piu' di 5.600). L'Italia e' al nono posto, dietro la Grecia. Nella isola britannica arrivano medici dalla Nigeria, dallo Sri Lanka, dal Sudan, dalla Libia, dalla Siria e persino dalle Isole Cayman, dal Burundi, da Haiti. I toni polemici verso questo meccanismo di 'immatricolazione' sono riservati dagli scettici in riferimento alla qualita' della formazione assicurata nei paesi d'origine alle nuove leve d'importazione. La prima osservazione e' che molti di questi medici provengono da Paesi poveri, o da realta' in cui le universita' hanno pochi mezzi e si fa riferimento a nazioni come la Liberia (9 medici reclutati), il Belize e il Congo. C'e' anche chi esprime il timore che il servizio sanitario diventi troppo dipendente dai medici stranieri. E chi segnala scarsa conoscenza della cultura britannica, e persino problemi legati alla difficile comprensione dei dialetti dei pazienti. (segue)

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