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Mafia: Pg Scarpinato, a Falcone venne impedito di indagare su omicidio Mattarella (3)

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(AdnKronos) - "Abbiamo una mafia popolare che raschia il fondo del barile di un territorio ormai impoverito - dice ancora il Pg Scarpinato - la Sicilia oggi è la regione più povera d'Italia, con il 40 per cento di disoccupati. Dove prima c'era una saracinesca a cui chiedere il pizzo oggi non c'è più niente. Questi sono costretti a tornare al traffico di droga che arriva dalla richiesta di massa che arriva dal mondo degli onesti, c'è un mondo di professionisti e colletti bianchi che vogliono la cocaina. E poi ci sono i colletti bianchi. E abbiamo un'antimafia dei diritti che non esiste. Dopo le stragi del 92 abbiamo fatti una promessa: che non era più necessario rivolgersi allo zu' Totò. Come si fa ad andare allo Zen a parlare di legalità?". "Io credo che ci sia stata molta antimafia delle parole e retorica - dice - è facile travestirsi da antimafioso quando giochi con le parole. L'antimafia dei diritti è fatta di una politica nuova e oggi si fa lottando seriamente contro la corruzione e purtroppo oggi non abbiamo i mezzi per batterla". "Perché dobbiamo avere gli agenti sotto copertura per il traffico di droga e non per fare la lotta alla corruzione? - prosegue Scarpinato - Ma qualcuno mi spieghi perché? Non c'è un perché. Perché c'è un pezzo di classe dirigente che si racconta a se stesso ancora oggi che la mafia è fatta da brutti, sporchi e cattivi. Semianalfabeti che parlano un cattivo italiano e tutto il resto è una storia che si vuole rimuovere. Molti sono convinti che Andreotti sia stato assolto. Credo che o questa classe dirigente finalmente inizia a fare i conti con se stessa o, se continua a nascondere la polvere sotto il tappeto, e i conti non li farà, noi saremo costretti a scendere dentro un girone infernale che giorno dopo giorno dopo giorno si avviterà. E questo è fare un torto a Falcone e Borsellino, che volevano una società diversa. Il modo migliore per potere onorare la loro memoria non è solo fare quello che facciamo nel nostro ambito ma raccontare ai giovani che è una storia ancora non è stata raccontata. La chiave di lettura della via crucis di Falcone e Borsellino non sta dentro il maxiprocesso ma fuori dal maxiprocesso".

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