Migranti: sindaco Porto Empedocle, serve buonsenso, no a strutture ghetto
Palermo, 4 giu. (AdnKronos) - "Fermare le traversate equivale a salvare vite umane e a bloccare gente senza scrupoli che fa affari sulla pelle di poveri disgraziati, stipati in imbarcazioni sempre più inadeguate con il rischio di farli morire nel Mediterraneo. Salvare vite umane è un dovere, ma l'Italia e la Sicilia non possono da sole farsi carico del fenomeno migratorio a meno che non si voglia fare della macelleria sociale. Ostinarsi a tenere questa gente tutta dentro i confini italiani significa creare un immenso campo profughi e non certo fare vera accoglienza". A dirlo all'Adnkronos è la pentastellata Ida Carmina, sindaco di Porto Empedocle (Agrigento), all'indomani del tour in Sicilia del vice premier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che nella sua domenica siciliana ha fatto tappa anche all'hotspot di Pozzallo. "Non terremo una linea dura ma di buonsenso" ha detto a Catania il leader della Lega, ribadendo la linea: "Meno gente che parta e più rimpatri". Parole condivise in parte anche dal primo cittadino di Porto Empedocle. "La vera l'inclusione si fa consentendo a questa gente di lavorare, di imparare la lingua, di frequentare le nostre scuole - dice -. Ma in situazioni di estremo disagio, qual è quello che vive la mia comunità, c'è il rischio di creare tensioni, di aggiungere marginalità a marginalità, malessere a malessere, innescando una guerra tra poveri". Ecco perché, secondo Ida Carmina, per "una vera accoglienza" occorre individuare "quei luoghi capaci di offrire benessere, lavoro, casa a questi disperati in fuga da guerre, fame e morte". Al contrario il disagio sociale e l'estrema povertà che caratterizza alcune realtà locali chiamate ad accogliere i profughi può determinare "fenomeni di intolleranza e razzismo".