Mafia: blitz San Cataldo, le mani dei boss sugli appalti del Comune
Palermo, 9 lug. (AdnKronos) - Appalti pilotati e assunzioni di boss. il 'comitato d'affari' scoperto a San Cataldo (Caltanissetta) e composto da funzionari comunali e imprenditori locali, in alcuni casi contigui alla locale famiglia mafiosa, era in grado di condizionare pesantemente le più rilevanti gare d'appalto espletate nel comune. Ne sono convinti gli investigatori della Compagnia dei carabinieri di Caltanissetta e del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di finanza nissena che hanno eseguito stamani all'alba 16 misure cautelari, emesse dal gip, nei confronti di altrettante persone, indagate a vario titolo per associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, turbativa d'asta, corruzione e altri reati contro la Pubblica amministrazione. L'indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta, è scattata nel 2016. L'obiettivo era monitorare gli assetti della famiglia mafiosa di San Cataldo, ma già dalle battute iniziali emersero "gravi forme di infiltrazione mafiosa" nella gestione del servizio di rimozione dei rifiuti solidi urbani. In particolare, spiegano gli investigatori, i boss erano riusciti a imporre alla cooperativa 'Geo Agriturismo' di San Cataldo, che in Ati con la società 'Ecolgest' si occupava del servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani, la continua assunzione di soggetti organici o contigui alla famiglia mafiosa che spesso percepivano lo stipendio senza svolgere alcuna attività lavorativa. E' stato così ricostruito e disarticolato l'assetto del clan, al vertice del quale c'erano Calogero Maurizio Di Vita, Giocchino Chitè, Massimo Scalzo, Raimondo Scalzo e Luigi Vivacqua.