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Carceri: siglato a Milano protocollo per inclusione sociale detenuti (2)

AdnKronos
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(AdnKronos) - Offrire la opportunità di lavorare ai detenuti significa anche che, ha evidenziato il ministro, "la società si pone prima di tutto come comunità. Il detenuto ha sbagliato, certamente, ma la società vuole che nessuno rimanga indietro e offre la possibilità di riscatto”. Dunque, “ecco che il detenuto che in carcere è solo costo, con progetti come questo si trasforma in una potenziale risorsa per la comunità. Il detenuto va nella società e torna a lavorare. Si abbattono barriere e comincia a lavorare tornando ad assaporare il gusto della legalità”. Insomma “la società - ha sottolineato il Guardasigilli - gli dà un'altra occasione”. Il lavoro diventa dunque una chance e diventa “la chiave” per il reinserimento. Si arriva a comprendere che “la strada delinquenziale non è più la sola percorribile”. Anche per i cittadini fuori, che "pensano che il detenuto debba restare dentro perché è pericoloso”, cambierebbero idea vedendo il detenuto "che lavora”. “Continuo a fare appelli pubblici a tutti i sindaci per portare avanti queste iniziative. Voglio focalizzare l'attenzione del ministero sul lavoro come unica forma, insieme alla cultura, di rieducazione del detenuto. Mi piace citare Massimo D'Azeglio, secondo cui 'Il lavoro è uno dei migliori ausiliari della educazione e io dico della rieducazione'” ha concluso Bonafede. Il programma prenderà avvio il primop luglio del 2018 per concludersi il 30 giugno del 2021. Ci sarà una fase pilota (fino al 31 dicembre 2018) e una fase di messa a regime successiva.

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