Migranti: sindaco Mineo, 'Cara imposizione di Stato, prima chiude meglio è'
Palermo, 25 gen. (AdnKronos) - "Un'imposizione di Stato". Giuseppe Mistretta, sindaco di Mineo, non usa giri di parole. Per lui la struttura che sorge nel piccolo comune del Catanese di appena 5mila anime "prima si chiude meglio è". Anche se, dice all'Adnkronos, "non ho ricevuto al momento nessuna comunicazione ufficiale e sino a stamani neppure la Prefettura era stata informata. Ho letto la notizia dai giornali, ma credo che sarebbe buona creanza in questi casi informare il sindaco in maniera tempestiva". Dopo il Cara di Castelnuovo di Porto, il ministro dell'Interno accelera anche su quello etneo. "Per il centro migranti più grande d'Europa, il Cara di Mineo, avvieremo la stessa procedura" ha detto il capo del Viminale. Un annuncio che trova l'apprezzamento del primo cittadino. "Bisogna dirlo in maniera chiara e netta: il territorio ha subito questa struttura, è stata un'imposizione di Stato". E la sua nascita non è stata per Mistretta "un'occasione di lavoro". Al contrario "l'immagine della mia città è stata devastata per volontà di lobby affaristiche che sulla pelle di questa gente hanno lucrato". Oggi nel Cara, che in base a un accordo iniziale avrebbe potuto ospitare circa 2mila persone, ma che è arrivato ad accoglierne anche 4mila, ci sono circa 1.400 ospiti. "Ma sono tantissime le criticità nella gestione" avverte il sindaco. Un esempio? La raccolta dei rifiuti. "Siamo dovuti intervenire con un'ordinanza contingibile e urgente per evitare che scoppiasse un'emergenza sanitaria". Dal primo ottobre, infatti, con il passaggio di consegne e la nuova gestione a occuparsi dello smaltimento dei rifiuti è il Comune. "Nella nostra città la raccolta differenziata è al 65 per cento, a ottobre al Cara era ferma al 3,5 per cento, oggi siamo arrivati al 20-22%, ma dentro la struttura si producono tre volte i rifiuti della città".