"Vita di noi sequestrati mai più uguale dopo liberazione"
Roma, 5 apr. (AdnKronos) - di Enzo Bonaiuto "Dopo un lungo sequestro, non c'è parola più bella: liberazione!". Appena raggiunto dalla notizia che l'imprenditore bresciano Sergio Zanotti era stato liberato dopo un rapimento in Siria durato tre anni, Umberto Cupertino - che ha vissuto una esperienza simile in Iraq 15 anni fa assieme ad altri tre amici uno dei quali, Fabrizio Quattrocchi, era stato assassinato - accoglie con gioia il felice esito e all'AdnKronos commenta: "Faccio festa, idealmente, assieme a lui". Ma cosa cambia, nella mente e nel cuore di chi subisce un sequestro di persona? "Tutto - risponde Cupertino, oggi 50 anni, impegnato sempre nel settore della sicurezza, 35 anni al momento del rapimento - nulla è più come prima. La vita di noi sequestrati non è più la stessa, non può esserlo, non si torna alla vita di ieri. Sono momenti che non si possono cancellare, che spesso si rivivono. Ma c'è anche un aspetto positivo, quando la vicenda comunque si conclude bene: si dà alla vita il suo vero valore, si gioisce e ci si dispera per le cose che davvero contano". In quei lunghi, interminabili momenti, a cosa si pensa? "Si ripercorre tutta la nostra vita, dall'infanzia fino al momento prima di essere stati rapiti - confessa Cupertino, per il quale "un grande aiuto lo dà la fede, per chi ha il dono di averla" - ma poi, quando si è rivisto con la memoria tutto il nostro 'film', è necessario annullare la mente, per non impazzire. Oggi, questa notizia mi fa rivivere nella mente tutto quello che ho passato, la perdita per 58 giorni della mia libertà, il dramma di Fabrizio. Ma brindo a Sergio Zanotti e alla sua liberazione!".