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Action: "Se ci intestano contratto felici di pagare"

Roma

AdnKronos
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Roma, 13 mag. (AdnKronos) - "Se ci intestano il contratto noi siamo ben felici di pagare". E' quanto ha detto all'AdnKronos Andrea Alzetta, di Action, all'indomani delle polemiche e delle parole del ministro dell'interno Matteo Salvini per il gesto del Cardinale Konrad Krajewski di riattaccare la corrente elettrica nel palazzo occupato a Roma. Nello stabile vivono 450 persone, delle quali 180 famiglie e 98 minori. Per il 30 per cento si tratta di italiani. "Salvini la 'butta in caciara' - sottolinea Alzetta - Anche la proprietà del palazzo ha una responsabilità sociale: se lascia un bene degradare fa un danno alla collettività". "Il cardinale ha fatto veramente un gesto importante. Di fronte a leggi ingiuste bisogna avere il coraggio di disobbedire e di stare dalla parte dei più deboli. Parliamo di disobbedienza rispetto a leggi ingiuste, ma di obbedienza da un lato al Vangelo e dall'altra alla Costituzione. La politica dovrebbe sporcarsi le mani come ha fatto il cardinale". Riguardo poi alle attività sociali e culturali che si svolgono nel palazzo occupato, Alzetta ha sottolineato: "Va riconosciuto un percorso tra Comune e Regione che regolarizzi questa esperienza di rigenerazione urbana". Alzetta ha ribadito, come era emerso ieri, che tra le ipotesi delle quali si discuterà nell'assemblea degli occupanti prevista per oggi pomeriggio c'è anche quella di autodenunciarsi in solidarietà al cardinale.  SALVINI - "Sostenere l'illegalità non è mai un buon segnale" ha commentato Salvini, aggiungendo che "ci sono tanti italiani che sono in difficoltà, ma le case non le occupano e le bollette le pagano. Se poi in Vaticano vogliono pagare le bollette agli italiani...". SUOR ADRIANA - "Per una settimana sono stati tutti al buio, c'erano bambini impauriti e terrorizzati, molti ammalati con problemi respiratori" ha detto all'AdnKronos suor Adriana Domenici, la missionaria laica che si è battuta per il ripristino dell'elettricità nel palazzo occupato, sostenendo che "Krajewski" abbia "ridato la vita a questi bambini sofferenti". "Le persone sono anche disposte a pagare ma nessuno risponde - sottolinea - Il cardinale è venuto a ridare il buio in un posto in cui si vive con il terrore di essere buttati fuori. Si tratta in molti casi di famiglie italiane che hanno perso il lavoro e sono state sfrattate". "Il gesto del cardinale è stato umanitario ma anche concreto ", aggiunge. Quanto alle parole di Salvini dice che non si sarebbe aspettata una risposta del genere "di fronte a un problema di salute e di vita delle persone. "Mi aspettavo ben altro, mi aspettavo un intervento suo, anche personale, all'interno di questo posto". Secondo suor Adriana, Salvini dovrebbe venire a vedere con i suoi occhi la situazione nel palazzo occupato: "Magari! Farebbe un'azione giusta anche per vedere come funziona l'occupazione, chi sono le persone all'interno, la loro storia, la loro vita". Per la missionaria laica "le istituzioni devono rispondere a un problema così grave e diffuso. L'occupazione è diventata quasi una norma perché non c'è più possibilità di sopravvivenza - sottolinea - Se non fosse per la chiesa questa gente dove starebbe? Dove sarebbe se non ci fossero le mense, le offerte di vestiario?". MAURITA - "Non ci hanno mai ascoltato". E' quanto ha detto all'Adnkronos Maurita, una donna che da sei anni vive nel palazzo occupato. "L'unico ascolto è arrivato dal cardinale Konrad, vicino agli ultimi", ha aggiunto. "Non ce lo aspettavamo - ha raccontato - il cardinale è stato attento agli sviluppi della situazione anche perché siamo una comunità che suor Adriana segue attraverso attività di formazione". "C'è stato un distacco della corrente punto e basta, qui ci sono anziani, malati e bambini - ha concluso - non è possibile che un servizio venga tolto in questo modo anche se siamo in una situazione di illegalità. Noi abbiamo chiesto la possibilità di rateizzazioni, ma niente". "La Chiesa non può sostituirsi a chi di dovere dovrebbe risolvere i problemi dell'emergenza abitativa e del diritto all'abitare", ha continuato.  AZIENDA SUI RISCHI - "In condizioni di assenza di tensione elettrica, se si trattasse soltanto di riattivare un contatore anche un non tecnico potrebbe farlo, non correndo pericoli per la propria vita" sostiene il titolare di un'azienda romana che si occupa di installazione di impianti elettrici, ascoltato dall'Adnkronos. Discorso diverso invece sarebbe se si agisse "sotto tensione" per ricollegare i fili al contatore, in quel caso ci sarebbero seri rischi e solo un esperto potrebbe lavorare in totale sicurezza".

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