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"Italiani costretti a surfare tra sanità pubblica e privata"

AdnKronos
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Roma, 13 giu. (AdnKronos Salute) - "Italiani costretti a surfare tra pubblico e privato. Ben 19 milioni e 600mila, infatti, per almeno una prestazione in corso d'anno, volevano ricorrere al pubblico ma le liste d'attesa erano troppo lunghe, quindi sono passati al privato. Una delle ragioni è la difficoltà di accesso al Servizio Sanitario Nazionale. Questa ricerca ci dice che è diventato essenziale pagare di tasca propria". Lo ha detto Francesco Maietta, responsabile Area Politiche Sociali Censis, presentando oggi a Roma il IX Rapporto Rbm-Censis sulla sanità pubblica, privata e intermediata, insieme al presidente Fondazione Censis Giuseppe De Rita. "Gli italiani provano ad entrare nel pubblico, se non ci riescono devono mettere mano ai propri soldi, al reddito, ai risparmi, a volte devono ricorrere a prestiti. In questo momento il Servizio sanitario nazionale ha difficoltà a star dietro a binari di crescita dei fabbisogni sanitari - ha aggiunto Maietta - C'è tanta cronicità e questo genera una domanda sanitaria che inevitabilmente ha bisogno anche di essere integrata con fonti diverse. Gli italiani lo fanno, mettono mano al portafogli e pagano le prestazioni". Dal canto suo De Rita non ha dubbi: "Non vedo un'emergenza sanitaria in Italia". Ma secondo il presidente del Censis emerge un dato interessante dalla ricerca: "Fino a qualche anno fa, con i piani di rientro, il potere politico era tutto. Adesso, analizzando il comportamento dei cittadini, ci accorgiamo che sono talmente abili e intelligenti nel gestire certe opportunità, che il potere è passato al consumatore e al paziente. Siamo in presenza di un ecosistema con una logica che non può essere politica ma deve essere di gestione sociale del fenomeno". Secondo Maietta "le prestazioni integrative potrebbero dare un contributo importante, perché accorpando la domanda dei cittadini ne potrebbero incrementare il potere contrattuale. La sanità pubblica non è quella di chi non ha soldi e la sanità privata non è quella di chi ha i soldi, ciascuno di noi durante un certo periodo può avere approcci diversi. Siamo costretti però a fare questo surf tra pubblico e privato per avere le prestazioni di cui abbiamo bisogno nel momento in cui ne abbiamo bisogno, e per preservare il nostro budget familiare".

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