Casarini promuove a metà accordo Malta: "Cambiare approccio su Libia"
Palermo, 24 set. (AdnKronos) - (di Elvira Terranova) - Per Luca Casarini, uno dei capimissione di Mediterranea Saving Humans, l'accordo di Malta sulla ripartizione dei migranti in Europa è una 'promozione' ma con riserva. Casarini, che si trovava a bordo della nave Mare Jonio, ancora sotto sequestro, dopo avere salvato 98 persone, tra cui 22 bambini, non nasconde il suo scetticismo su quanto deciso ieri a Malta dai ministri degli Interni europei, tra cui il nuovo capo del Viminale Luciana Lamorgese. "Colpiscono due cose - spiega Casarini in una intervista all'Adnkronos - Da un lato, non so quante altre sofferenze e quanti morti ci vogliano, per fare dire all'Unione europea che bisogna cambiare completamente l'approccio sulla Libia. Le sofferenze sono anche quelle di coloro che vengono catturati in mare e rispediti nei lager da cui tentano di scappare. Non so quanti ancora devono insanguinare la nostra buona coscienza di europei per potere avere una sensibilità e un modo anche di raccontare questa storia che non parta sempre e solo dalla convenienza politica del momento di chi sta meglio". E aggiunge: "Sogno il momento in cui un vertice si possa aprire con la dichiarazione che al primo posto c'è la vita umana e non le percentuali di voti di questo o quello schieramento politico". "Mi sembra che il vertice di Malta, purtroppo, sia ancora legato a questo - aggiunge ancora Luca Casarini - un modo di raccontare quest tragedia che non parte mai dalla sofferenza delle persone più deboli ma sempre dal modo e dalle tecniche per occultarne l'esistenza in qualche maniera. Dal punto di vista concreto, ben venga l'accordo, se questo vertice permetterà di evitare lunghi stand off delle navi nel Mediterraneo". "Vorrei ricordare - dice poi Luca Casarini - che per fare questo non occorreva un vertice, ma bastava rispettare la legge di trattati internazionali ma anche di senso di umanità". Poi, Luca Casarini, parlando ancora dell'accordo di Malta e della collaborazione tra la Guardia costiera libica e il Governo italiano, aggiunge: "Non so se il premier ed il nuovo ministro dell'Interno Lamorgese siano consapevoli che potrebbero essere chiamati a rispondere nei tribunali di queste dichiarazioni, parlo di tribunali nazionali e internazionali. Come lo sarà anche Salvini. E' evidente che collaborare alla violazione del'articolo 33 della Convenzione di Ginevra, cioè in altre parole respingere le persone in guerra in Libia, è un crimine. C'è la guerra in Libia ed è chiaro che chi tenta di fuggire dalla Libia tenta di fuggire da una guerra. Non si possono, pertanto, respingere collettivamente le persone che hanno diritto, secondo le leggi internazionali che l'Italia ha sottoscritto. Insomma, è un gravissimo crimine. E io davvero non so se lo hanno capito sia il ministro dell'Interno che il premier, che saranno chiamati a risponderne. Perché se ci dicessimo la verità sapremmo che la Libia e la cosiddetta Guardia costiera non fa soccorsi, ma opera un'azione di polizia di frontiera illegale. Ed è una azione finanziata dall'Unione europea e dall'Italia".