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Un paziente su 2 malnutrito, all'Esmo focus sul terapia nutrizionale

Tumori

AdnKronos
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Roma, 26 set. (AdnKronos Salute) - In Europa circa il 50% dei pazienti oncologici soffre di malnutrizione, e durante le terapie oncologiche sette pazienti su dieci riscontrano problemi di alimentazione che li mettono a serio rischio di malnutrizione. Ad accendere i riflettori sul problema è Baxter International Inc., alla vigilia del congresso dell'European Society for Medical Oncology (Esmo) che si terrà a Barcellona dal 27 settembre al 1 ottobre. Oncologi provenienti da Italia, Spagna e Francia si focalizzeranno sull'importanza dell'avvio precoce di una terapia di nutrizione clinica nei pazienti oncologici, nel corso di un evento organizzato da Baxter. Se il tasso di malnutrizione è più elevato nei pazienti affetti da tumori gastrointestinali - quali pancreas, 67%, stomaco ed esofago, 60% - le evidenze indicano che solo il 23% dei pazienti affetti da tumori di questo tipo riceve una diagnosi di malnutrizione, a causa della mancanza di uno screening adeguato. Circa un quarto di tutti i pazienti oncologici muore per le conseguenze della malnutrizione invece che per quelle della malattia stessa, ma ancora oggi a molti pazienti la malnutrizione collegata al cancro non viene diagnosticata. Il supporto nutrizionale e la nutrizione clinica migliorano il decorso dei pazienti oncologici, ma solo raramente fanno parte della terapia oncologica, sottolinea Baxter in una nota. Chemio e radio sono trattamenti pesanti, che possono avere effetti collaterali devastanti sui pazienti. Nel corso delle terapie oncologiche, sette pazienti su dieci avranno problemi di alimentazione che li metteranno a serio rischio di malnutrizione e di disturbi a questa associati: danni d'organo, disfunzioni al sistema immunitario, perdita di massa muscolare magra e scheletrica. Questo può portare a una riduzione della dose di chemio, a un incremento nella lunghezza e frequenza della degenza ospedaliera, oltre a ritardi e modifiche della schedula dei trattamenti oncologici. La nutrizione clinica ottimale, sottolinea Baxter in una nota, aiuta i pazienti oncologici ad affrontare meglio la malattia e le cure. Appropriati interventi nutrizionali migliorano la massa muscolare, le funzioni fisiche e il benessere generale, riducono inoltre gli effetti collaterali della chemioterapia e migliorano la tollerabilità alle terapie oncologiche. "Nei casi in cui i pazienti non sono in grado di nutrirsi in maniera sufficiente, la nutrizione clinica contribuisce a sostenere i pazienti nel corso delle terapie. I dati real world europei indicano che la nutrizione clinica è associata al miglioramento della sopravvivenza dei pazienti con tumori metastatici. In particolare, l'inizio precoce della terapia di nutrizione clinica a seguito della diagnosi del tumore consente di ottenere i migliori risultati possibili per il paziente, il miglioramento della cura del cancro e l'ottimizzazione delle risorse sanitarie", si legge. La nutrizione parenterale è "una terapia salvavita per adulti e bambini per i quali la nutrizione orale ed enterale sono controindicate o insufficienti". Se però "le cure nutrizionali ottimali possono migliorare i risultati ottenuti dai pazienti oncologici, il personale sanitario e i pazienti spesso non sono consapevoli del ruolo centrale esercitato dalla nutrizione clinica nella cura dei tumori. La perdita di peso e la riduzione dell'appetito sono infatti spesso considerate conseguenze 'normali' della chemioterapia. Non esistono inoltre linee guida europee specifiche per la nutrizione nel paziente oncologico né viene effettuata formazione in questo ambito". E oltre il 50% degli oncologi non monitora lo status nutrizionale o la perdita di peso nei pazienti, mentre due terzi di loro non forniscono indicazioni su come migliorare l'apporto nutrizionale. "In mancanza di formazione, di linee guida oncologiche e di screening nutrizionali obbligatori, i pazienti vengono lasciati soli e sono vulnerabili alla malnutrizione e alle sue conseguenze. Eseguire una valutazione dei pazienti a rischio di malnutrizione è fondamentale per eseguire screening nutrizionali precoci e regolari e per iniziare il supporto nutrizionale in fase precoce, invece di considerarla unicamente come parte del supporto per il fine vita", conclude Baxter. All'Esmo si sottolineerà l'importanza della collaborazione fra team multidisciplinari. L'incontro si pone inoltre l'obiettivo di identificare il modo migliore per garantire che i pazienti, i caregiver e i team di supporto clinico siano adeguatamente informati e assistiti al fine di ridurre la malnutrizione collegata alla chemioterapia. Baxter Italia, infine, anche quest'anno supporta l'iniziativa 'Più forti del cancro' - https://piufortidelcancro.it/ - che il 30 settembre alle 18, in occasione dell'Esmo, realizzerà una streaming conference online. Stefano Cascinu, direttore Oncologia medica Università Vita Salute Ospedale San Raffaele di Milano, tratterà proprio il tema della nutrizione clinica nel paziente oncologico.

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