Immunoterapia musa per l'arte, mostra in tour debutta a Milano
Milano, 14 ott. (AdnKronos Salute) - C'è Alice che dipinge l'abbraccio immaginario fra un malato di cancro e un nuovo sé, "uguale ma a tratti diverso", perché il tumore lo ha cambiato per sempre senza però riuscire a ucciderlo. E c'è Sogol che per fotografare il rapporto con il male sceglie un abito da sposa, perché oggi anche il cancro può diventare "un compagno di vita", capace di infonderti "il superpotere di vederla come altri non riescono". Due immagini forti ispirate dall'immunoterapia, "rivoluzione" e "svolta storica" per chi la studia o la usa, "musa" per gli studenti dell'Istituto europeo di design (Ied) autori delle opere protagoniste della mostra itinerante 'Immunoterapia oncologica: tra visione, realtà e prospettive future'. Promossa da Roche e realizzata in collaborazione con Ied e con l'associazione pazienti Walce Onlus, l'esposizione debutta a Milano (Ied, via Sciesa 4) e farà tappa nei prossimi mesi nelle principali città italiane a partire da Napoli (novembre, Istituto nazionale tumori Irccs 'Fondazione G. Pascale') e Bari (dicembre, Istituto tumori). Consulenti scientifici dei giovani artisti ricercatori e clinici c'eccezione, volti della medicina italiana noti a livello internazionale, che la storia dell'immunoterapia anticancro l'hanno scritta di persona. Sono Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente dell'Humanitas University alle porte di Milano; Michele Maio, ordinario di Oncologia medica all'università degli Studi di Siena, direttore del Centro di Immuno-oncologia e del reparto di Immunoterapia oncologica del Policlinico Santa Maria alle Scotte; Silvia Novello, ordinario di Oncologia medica all'università degli Studi di Torino - Dipartimento di oncologia, responsabile di Oncologia polmonare all'azienda ospedaliero-universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano e presidente di Walce. Con loro la psico-oncologa dell'associazione Maria Vittoria Pacchiana Parravicini, che ha aiutato gli alunni Ied a interpretare il vissuto dei pazienti. "E' stata una sfida alla quale i ragazzi hanno risposto con entusiasmo e sensibilità", afferma Serena Sala, sociologa e docente Ied. "Per prima cosa abbiamo voluto allontanarci dall'idea di battaglia" come immagine simbolo della relazione con il cancro", concetto che "evoca scenari distruttivi non adatti ai tempi che stiamo vivendo" e ai progressi nel trattamento dei tumori. "Abbiamo preferito trasmettere un'idea di leggerezza - spiega - di una terapia che arriva dritta all'obiettivo e va solo dove deve andare". Infine "volevamo che la protagonista non fosse la malattia, bensì la persona che si ammala". Uomini e donne che "il cancro cambia nel corpo, nell'anima e nell'idea del tempo. Portando a riprogrammare il proprio futuro, ma anche a rileggere il proprio passato". Due le forme artistiche utilizzate dagli studenti Ied: la fotografia, per fermare in uno scatto il segno che il tumore ha impresso nella vita di chi lo affronta; l'illustrazione, per tradurre in immagini i principi su cui si basa l'immunoterapia. La 'cura dal di dentro', che arma contro il cancro le nostre difese naturali, ha cambiato la storia naturale di alcune neoplasie fra cui il melanoma, il carcinoma renale, il linfoma di Hodgkin e il tumore del polmone. Un 'big killer', quest'ultimo, contro il quale l'immunoterapico atezolizumab ha recentemente ottenuto il via libera europeo nel trattamento in prima linea della forma 'non a piccole cellule' (Nsclc, la più diffusa e pari all'85% dei casi) e nel microcitoma (forma a piccole cellule, Sclc). In Italia il rimborso per le nuove indicazioni è in fase di negoziazione. "L'immunoterapia sta determinando un vero cambio di paradigma nel trattamento dei tumori, e lo sviluppo di farmaci innovativi come atezolizumab ha permesso di migliorare significativamente la sopravvivenza di pazienti affetti da diversi tipi di cancro", dichiara Anna Maria Porrini, direttore medico di Roche in Italia. Il gruppo svizzero, ricorda, investe ogni anno in Ricerca e Sviluppo oltre 10 miliardi di euro e circa 40 milioni solo nel nostro Paese. "In oncologia siamo attivi da più 50 anni, con oltre 150 trial clinici in corso e più di 20 molecole allo studio". Ma "l'innovazione - precisa - non può prescindere dall'ascolto, dalla collaborazione con i pazienti e da una corretta informazione. Su queste basi nasce il nuovo progetto, che ci auguriamo possa avvicinare sempre più il grande pubblico ai progressi della medicina, attraverso il linguaggio dell'arte capace di toccare le corde più intime delle persone".