Migranti: caso Gregoretti, Procura Catania 'per Salvini non sussistono presupposti sequestro' (2)
(Adnkronos) - Per la Procura di Catania "va ancora sottolineato che dalle dichiarazioni rese dallo stesso vice-Prefetto Romano emergeva che sin dall'inizio, ovvero dal 28 luglio 2019, il Ministero dell'Interno aveva la volontà di assegnare il POS e di farlo in tempi brevi, giustificando l'allungamento dei tempi di tale fase amministrativa con la volontà del Ministro Salvini di ottenere una redistribuzione dei migranti in sede europea “…in quei giorni, ovvero tra il 28 ed il 30 luglio mi sono sentito più volte con i diversi uffici ministeriali coinvolti al fine di avere indicazioni sulla destinazione dei migranti una volta sbarcati. Dal Ministero mi dissero più dirigenti che certamente lo sbarco sarebbe stato autorizzato a breve e che l'attesa era dovuta al tentativo del Ministro dell'Interno di ottenere il ricollocamento dei migranti tra gli altri partner europei, come peraltro emergeva di tutti gli organi di stampa e mass media...”. "Per quanto concerne la sussistenza dell'elemento oggettivo del delitto di sequestro di persona a parere di questo pm occorre tenere in considerazione due dati fattuali: i migranti sono stati portati a bordo della nave Gregoretti a seguito del salvataggio operato dalle unità militari italiane per una situazione di pericolo nella quale si trovavano in parte volontariamente, avendo chiesto loro ai trafficanti libici di imbarcarsi per raggiungere illegalmente il territorio italiano e successivamente, con ogni evidenza, si sono trovati a dover permanere negli stretti spazi a bordo della nave a seguito del citato stato di necessità - dice ancora la Procura catanese nella richiesta di archiviazione - i migranti giunti irregolarmente in Italia anche dopo l'assegnazione del POS non hanno piena libertà di locomozione e movimento sul territorio nazionale dovendo procedersi dapprima all'identificazione e poi a tutte le successive procedure amministrative previste dalla legge in relazione al loro status. In tale contesto, come si è detto, la fase dell'assegnazione del POS è solo una delle fasi amministrative previste dalla legge per l'ingresso dei migranti irregolari in Italia che siano stati salvati in mare, e come noto anche nelle fasi successive la libertà di locomozione subisce delle limitazioni legali in relazione a necessità di ordine pubblico ed a tutela dell'interesse dello stato a controllare e regolamentare i flussi migratori". "Dunque, nel valutare l'oggettiva limitazione della libertà dei migranti, costretti a permanere su nave Gregoretti dal 27 al 30 luglio in attesa della formale assegnazione del POS da parte del Ministero dell'Interno, ed al fine di stabilire se la condotta omissiva del Ministro integri gli estremi del fatto tipizzato dall'art. 605 c.p. ( “chiunque priva taluno della libertà personale…”) occorre tenere conto del descritto complessivo quadro fattuale e normativo - conclude il Procuratore di Catania- In altri termini, ritiene questo pm che l'avere prolungato per circa tre giorni la permanenza a bordo della nave Gregoretti dei migranti salvati in mare da unità militari italiane - garantendo comunque loro assistenza medica, viveri e beni di prima necessità, e consentendo l'immediato sbarco di coloro che presentavano seri problemi di salute e dei minorenni – e ferma restando l'intenzione ministeriale di assegnare il POS in tempi brevi consentendo lo sbarco ed il trasferimento in “hotspot” per la fase di identificazione, non costituisca una illegittima “privazione” della libertà personale punibile ai sensi dell'art. 605 c.p"..