Mafia: Di Matteo (Csm), 'Procura e giudici processo Borsellino avevano rapporti con Sisde'
Caltanissetta, 3 feb. (Adnkronos) - "Né io né i miei colleghi Carmelo Petralia e Annamaria Palma abbiamo mai avuto rapporti con i Servizi segreti, e neppure la Polizia giudiziaria, però c'era il capo del Sisde di Caltanissetta che in quegli anni, tra il 1995 e il 1996, frequentava gli uffici giudiziari di Caltanissetta, anche i magistrati della giudicante, in particolare una collega". Lo ha detto il consigliere del Csm Antonino Di Matteo deponendo al processo sul depistaggio sulle indagini sulla strage di Via D'AmelioIo. "Nel 1995 mi occupai della riapertura della indagine per concorso in strage a carico di Bruno Contrada - racconta Di Matteo - Quindi in quel momento devo dire che a parte l'impegno dei dibattimenti che nel frattempo era diventato parossistico, mi concentrai su quella che ritenevo una ipotesi plausibile circa la partecipazione di elementi esterni alla strage di via d'Amelio. In particolare elementi di presenza dei servizi segreti". E prosegue: "Mi accorsi nel 1995 credo per la prima volta che il Sisde aveva prodotto, nella immediatezza della strage, una nota approssimativa su fonti confidenziali". "Io non ho mai visto uomini del Sisde prosegue Di Matteo - mi confrontavo spesso con la Polizia giudiziaria, in particolare con Mario Bo (uno dei tre imputati del processo ndr), né ho mai percepito che la Pg del gruppo 'Falcone e Borsellino' avessi rapporti con il Sisde o con i servizi. Ma constatai una cosa che mi diede fastidio. Ma che non riguardava la Polizia giudiziaria, che un soggetto che si presentava ufficialmente come il capocentro della sede di Caltanissetta del Sisde, Rosario Piraino, aveva l'abitudine di frequentare non solo la procura di Caltanissetta, ogni tanto bussava alle porte dei pm amichevolmente. Io personalmente non gli ho mai dato l'occasione di parlare di inchieste ma aveva una frequentazione con i giudici che seguivano il dibattimento come supplenti, in particolare una collega".