- (Adnkronos) - "Nello stesso documento, inoltre, venivano proposte le varie tecniche dirette e indirette utilizzabili al fine di limitare i danni prodotti alle colture agricole dal cinghiale, tra cui quella dei recinti di cattura e degli abbattimenti con metodi selettivi (girata e postazione fissa) ad opera di cacciatori appositamente addestrati, metodologie queste suggerite espressamente previste nel richiamato documento del ministero e dell'Ispra. Alcune Province, acquisito il parere Ispra, hanno predisposto e approvato specifici piani di controllo che prevedono interventi diretti ad opera dei selecontrollori. Tali interventi, laddove adottati, hanno ridotto in maniera significativa i danni provocati alle colture agricole dal cinghiale. In provincia di Teramo, ad esempio, il danno si e' ridotto del 24% mentre, nella provincia di Pescara, laddove nel 2011 non si e' intervenuto con i selecontrollori, l'ammontare dei danni all'agricoltura e' aumentato di 100.000 euro. I Parchi, invece, autonomamente e senza un preventivo coordinamento con gli altri enti coinvolti, hanno provveduto ad effettuare interventi di controllo delle popolazioni di cinghiali, mediante l'utilizzo di recinti di cattura. In piu' occasioni le stesse Province hanno espresso forti perplessita' sull'utilizzo ed efficacia dei recinti, ritenendo tale sistema particolarmente cruento nei confronti di animali selvatici, costretti a numerose ore di forti stress, conseguenti alla cattura e alla costrizione nelle gabbie, prima di essere avviati alla macellazione." "Appare evidente - prosegue la nota - che l'utilizzo di cacciatori 'volontari' con costi materiali totalmente a carico degli stessi, risulta praticamente a costo zero per l'Ente Parco, a differenza del metodo dei recinti di cattura che risulta invece significativamente oneroso. La Regione Abruzzo e le Province abruzzesi non possono che rilevare nell'azione dei parchi una chiusura che appare soprattutto di natura ideologica nei confronti delle metodologie proposte dalle Province e suggerite dal ministero dell'Ambiente e dall'Ispra lamentando la mancanza di partecipazione degli Enti parco a quel processo partecipativo necessario per il rispetto del principio della E-governance. Tali considerazioni appaiono coerenti con quanto contenuto nella risoluzione n. 8-00003 approvata dalla XIII commissione Agricoltura nella seduta del 19/06/2013, con la quale, tra l'altro, si impegna il Governo al coinvolgimento di tutti i soggetti istituzionali preposti e le associazioni interessate per l'individuazione di una strategia di sistema volta alla gestione della problematica in oggetto. La risoluzione prevede, inoltre, che il Governo concordi, con le Regioni, una gestione operativa finalizzata al contenimento dei danni e alla promozione di specifiche misure di prevenzione degli stessi, destinando le risorse provenienti da fondi comunitari, attraverso l'istituzione di specifici bandi nei programmi di sviluppo rurale. La Regione Abruzzo ha gia' previsto nel P.s.r. 2007/2014, la misura 2.1.6 denominata 'Interventi non produttivi-Sostegno agli investimenti non produttivi - terreni agricoli' finalizzata al finanziamento di 'interventi per il controllo della presenza di animali selvatici e la difesa delle attivita' agro-zootecniche' volti alla prevenzione dei danni; nel 2013, che ha finanziato interventi per 650.000 euro. Inoltre la Regione, in virtu' dell'alta percentuale delle sue aree protette, propone di sperimentare, in collaborazione con l'Istituto, modalita' operative, finalizzate al controllo delle specie selvatiche ed al contenimento dei danni, tali che possano diventare strumento ad uso delle altre Regioni per la risoluzione del problema. Si chiede dunque al ministero dell'Ambiente di farsi carico di un coordinamento tra i vari Enti competenti delle attivita' connesse ad una corretta gestione delle popolazioni di cinghiale.