Roma, 25 mar. - (Adnkronos) - "Non vogliamo mettere sul banco degli imputati la polizia scientifica, ma sta di fatto che abbiamo rilevato una serie di errori da parte loro attraverso memorie e consulenze". Lo sottolinea l'avvocato Giulia Bongiorno difensore di Raffaele Sollecito nella sua arringa in Cassazione per il processo dell'omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher avvenuto a Perugia nella notte tra l'1 e il 2 novembre 2007. In particolare, la difesa di Sollecito che in primo grado ero stato condannato a 25 anni di reclusione, fa riferimento alla seconda prova regina. "La scientifica -rileva- filma la scena del delitto e non viene trovata nessuna prova contro Raffaele. Dopo 47 giorni, la scientifica dice che deve fare un ulteriore accertamento. Entrano nel luogo del delitto i poliziotti per le perquisizioni. In questi 47 giorni, dunque, la casa viene completamente invasa da tante persone" con la conseguenza che la scena del delitto viene alterata. La difesa di Sollecito evidenzia inoltre come il giovane "dopo 4 giorni dal delitto e' finito in carcere per una impronta ritrovata sotto il piumone. Dopo varie richieste da parte della difesa sono state fatte verifiche e l'impronta, all'improvviso, e' stata ritirata dal processo. Si e' poi accertato che l'impronta era di Rudy Guede". Da qui la richiesta della Bongiorno di confermare la sentenza di secondo grado che ha assolto Amanda e Raffaele.