(Adnkronos) - "La protesta - spiega Betti - si e' estesa a livello nazionale, raggiungendo anche toni che sono andati spesso oltre una civile e corretta dialettica, cosa che sovente accade o si vuole che accada quando ci si muove con un approccio parziale e dogmatico, indifferente alla scienza e al diritto, rispetto a temi molto sensibili e a materie complesse come l'ambiente, la biodiversita' e l'ecosistema con tutte le sue componenti". "Ho detto con forza - aggiunge Betti - che la Provincia di Siena non ci sta a prendere lezioni su questi temi. Non e' arroganza, come qualcuno ha detto, ma consapevolezza di una storia lunga decenni e un impegno, sicuramente non privo di inciampi ed errori, irto di ostacoli oggettivi, normativi e burocratici, di decine e centinaia di persone impegnate concretamente ogni giorno, con ruoli diversi e differenti esigenze o sensibilita', nella gestione della fauna selvatica e, piu' in generale, nella cura di un territorio composto per il 90 per cento da bosco e campagna, tanto vasto quanto poco abitato, e di un ecosistema che riteniamo un prezioso patrimonio e un bene comune da tutelare. Tutto questo va ben oltre gli obblighi di legge". "Per questo non ci sto, la Provincia di Siena non ci sta - dice ancora Betti parafrasando molte delle mail giunte - E' intollerabile e paradossale che la Provincia, gli Atc e tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nel prezioso quanto difficile compito affidato loro dalle leggi, oltre a dover far fronte, con risorse sempre piu' scarse e con la sola collaborazione di cacciatori, ambientalisti, agricoltori, Guardie Ambientali Volontarie e Guardie Venatorie Volontarie siano al centro di una simile denigrazione mediatica per lo svolgimento, a titolo volontario, di una funzione istituzionale e di un servizio di interesse pubblico". (segue)