Roma, 30 mar. - (Adnkronos/Ign) - "Giovanardi non fa che insultarci da otto anni. E' uno sciacallo che mente sapendo di mentire. Dice che il sangue di Federico non è vero. Lo querelo e tutti i danni li devolvo all'Associazione Federico Aldrovandi". E' quanto scrive su Facebook Patrizia Moretti, madre del giovane morto nel 2005 durante un controllo di polizia effettuato da 4 agenti condannati in via definitiva per omicidio colposo, dopo le parole del senatore Pdl Carlo Giovanardi che ha preso le difese dei poliziotti. Giovanardi, intervistato sulla vicenda Aldrovandi alla Zanzara su Radio24, ha detto che i poliziotti coinvolti "non devono essere in galera. Gli agenti sono vittime come il ragazzo che è morto e non vanno cacciati dalla polizia. La manifestazione dei sindacati è legittima". "La sentenza dice che dopo una battaglia di perizie in tribunale c'è stata una condanna per omicidio colposo -ha proseguito Giovanardi- Nessuna tortura, Aldrovandi non è morto per le botte, non è stato massacrato. I poliziotti hanno avuto una condanna che non è neppure assimilabile a quella di Grillo che ha accoppato padre, madre e un figlio uscendo di strada con il fuoristrada, ma non è mai andato in carcere. Per omicidio colposo, cioè negligenza e imprudenza, non va in carcere nessuno". E poi parlando della foto mostrata dalla madre di Federico, secondo Giovanardi, "è vera, ma la macchia rossa non è sangue". Il magistrato di sorveglianza di Bologna oggi ha stabilito che due dei quattro agenti di polizia condannati per la morte di Federico Aldrovandi, Paolo Forlani e Luca Pollastri, resteranno in carcere. Il magistrato motivando la decisione ha rilevato negli agenti "mancanza di comprensione della gravità della condotta" e "cultura della violenza, tanto più grave ed inescusabile, in quanto da parte di appartenenti alla polizia". Il magistrato ha quindi respinto la richiesta di detenzione domiciliare presentata dagli avvocati dei due agenti. Motivazioni "condivise" da Fabio Anselmo, l'avvocato della madre di Federico che le dedica all'onorevole Giovanardi. "Contro di lui ho avuto l'ordine di sporgere querela da parte di Patrizia Moretti. Ricordo quindi all'onorevole - ha detto il legale all'Adnkronos- che già dal giudice di primo grado è stata riconosciuta la verità e cioè che quando i cittadini chiamavano e sollecitavano la polizia per le urla che sentivano, la polizia era già lì e quelle urla possono essere ben comprese da come erano ridotti i genitali di Federico Aldrovandi".