Lecce, 23 mag. - (Adnkronos) - I datori di lavoro in particolare a Nardo' in provincia di Lecce, coinvolti nell'operazione 'Sabr' che stamane ha portato a 16 arresti, secondo la Procura Distrettuale Antimafia della citta' salentina avrebbero dato vita a un 'sistema' criminale ben organizzato con rapporti di cooperazione tra di loro, in pratica si sarebbero associati in una sorta di 'cartello' che prevedeva il ruolo di 'caporali o capi cellula', in grado di dare vita a massicci fenomeni di tratta di persone all'interno dei confini dello Stato italiano, al fine di procurare manodopera in grado di soddisfare le esigenze di lavoro stagionale agricolo in piu' regioni. L'inchiesta, condotta dal procuratore capo della Direzione Distrettuale Antimafia Cataldo Motta e dal sostituto Elsa Valeria Mignone, ha documentato che l'organizzazione criminale era attiva a Nardo' ma anche a Rosarno (Reggio Calabria) ed in altre parti del Sud Italia, e reclutava cittadini extracomunitari, per la maggior parte tunisini e ghanesi, introdotti clandestinamente in Italia e comunque presenti sul territorio irregolarmente. Secondo gli inquirenti non avevano permessi di soggiorno o, se ne erano in possesso, erano falsi, poiche' rilasciati sulla base di false attestazioni di assunzioni al lavoro. Gli operai venivano destinati allo sfruttamento lavorativo nella raccolta di angurie e di pomodori e mantenuti in condizione di soggezione continuativa. Tra i reati contestati la riduzione in condizione analoga alla schiavitu', favoreggiamento alla permanenza illegale sul territorio italiano di cittadini extracomunitari, intermediazione illecita e grave sfruttamento del lavoro, estorsione e di violenza privata.