Scrittori: Trieste, civica benemerenza a Boris Pahor, domani il centenario (3)
(Adnkronos) - Dopo la liberazione, malato di tisi, viene curato per un anno e mezzo in un sanatorio nei pressi di Parigi. Al ritorno a Trieste si laurea con una tesi sul poeta sloveno Edvard Kocbek. Difensore della liberta' e della dignita', trovera' negli umiliati e negli offesi i protagonisti della sua vicenda umana e della sua narrativa, cosi' pure del suo pensiero storico e politico che potra' esplicare nella rivista Zaliv, per 25 anni unica vera tribuna libera e indipendente slovena di cui sara' l'anima. In questo contesto sara' anche il primo a denunciare apertamente gli eccidi del regime jugoslavo nel secondo dopoguerra e diverra' persona non grata in Slovenia e tra gli ambienti filojugoslavi anche all'estero, tanto che gli verra' impedito per due volte e per lunghi periodi l'ingresso in Jugoslavia. Autore di una trentina di volumi di narrativa e saggistica, egli e' testimone di tutto il Novecento: ha "reso immaginabile l'inimmaginabile", i crimini del fascismo e la devastante esperienza del lager, cercando di riportare in vita coloro che non sono tornati, a cui ha dedicato 'Necropoli', per ridare loro la dignita' di esseri umani. Fermamente convinto della forza salvifica dell'amore e della parola come elementi determinanti della sua catarsi, puo' essere definito uno "scrittore oltre le ombre". Insignito di importantissimi riconoscimenti nazionali e internazionali, e' innanzitutto scrittore. Per il messaggio della sua opera, in gran parte autobiografica, e' stato piu' volte candidato al Nobel per la Letteratura.