Scompare l'artista Auro, la Natura la sua musa
Arte
Roma, 25 gen. (AdnKronos) (di Veronica Marino) - di Veronica Marino E' solo un nuovo viaggio cosmico. Niente altro. Ed Auro è partito, verso un'altra dimensione all'età di 76 anni. Artista italiano, ricercatore spirituale, gemmologo, grande sperimentatore di materiali e stili, performer, pittore, scultore, Auro, ha esposto le sue opere negli spazi più suggestivi, in Italia e nel mondo, così come in musei prestigiosi come il Louvre e il Guggenheim o in spazi importanti come il Palazzo delle Esposizioni e la Bocca della Verità. Sapeva sin da bambino che la sua vita sarebbe stata indissolubilmente connessa all'Arte, in ogni forma, e alla Natura che, come pensava, si fa arte continuamente di fronte ai nostri occhi mortali, nelle forme e nei colori delle pietre, degli astri. E Auro attingeva a tutta questa ricchezza spontanea per il suo continuo inno alla bellezza che diveniva materia, immagini e suono nelle sue mostre, nelle video installazioni, in performance uniche che offrivano allo spettatore la rara occasione di entrare in veri e proprio spazi vibrazionali con la sua ‘Vibrational Art'. Il viaggio, dentro e fuori di sé, è la sua cifra: da Roma, dove negli anni '70 il suo studio in centro era un vivaio di cultura e sperimentazione, a Città del Messico, dove si è anche dedicato all'insegnamento nell'Accademia delle Belle Arti incontrando artisti significativi come Jodorowsky, fino a New York, dove Auro ha frequentato tanti personaggi del calibro di Woody Allen, passando poi per Bali in Indonesia e per tante città dell'India, della Spagna e dell'Australia che gli ha tributato molti riconoscimenti. Auro aveva sete di capire la vita, si interrogava, indagava il cielo e la terra. I materiali che usava per le sculture, i dipinti , i gioielli, le installazioni provenivano infatti dalla natura: minerali, pietre preziose, cristalli di quarzo, metalli nativi, frammenti di meteoriti, pigmenti naturali. Vivere in armonia con la Natura era qualcosa di urgente dentro di lui in un mondo che, invece, non sembrava considerare questa connessione un imperativo. E tale era l'urgenza che nei suoi lavori artistici Auro cercava di invadere il meno possibile la bellezza spontanea delle pietre. Pietre rare per trovare le quali ingaggiava una ricerca minuziosa nelle miniere, nelle grotte, in giro per il mondo. Su questo filone una delle sue mostre più importanti è stata quella con Paolo Portoghesi a Castel sant'Angelo tra il '96 e il '97, ‘Arte e Natura'. Mentre è recente la sua mostra nel Museo di Alonissos, in Grecia. Ogni esposizione era uno spettacolo perché Auro, che è stato tra i primi a suonare le campane tibetane in Italia e poi le campane di cristallo, dava al suono un'importanza cruciale. Di lui oggi non restano solo le opere, ma anche le tante testimonianze del suo grande cuore che si è prodigato anche attraverso l'arte-terapia, la cristalloterapia, la cromo-terapia attraverso corsi e incontri. Sebbene la sua metodologia non rientrasse in nessun filone artistico, Auro è stato un rivoluzionario. Sfiorando la land art e la mac art ha dato forma sempre ad un percorso del tutto personale come raccontano bene, fra gli altri, i suo ‘Volti del Cosmo', ‘I Labirinti' , gli ‘Arcipelaghi, le ‘Isole', le ‘Montagne'. Tutti luoghi della Natura dove il surreale ricorda all'uomo di accendersi di stupore e gratitudine per l'immensa bellezza. Nulla dell'arte ha lasciato in disparte. La sua musica, sempre suonata dal vivo, è anche custodita in un disco realizzato con Tonj Acquaviva e Rosie Wiederkehr, gli Agricantus. Ricordando tutto questo, non stupisce che Auro non volesse un funerale ma una celebrazione fatta di arte, poesia e suono. E così sarà domani a Roma, in Via dei Salumi, presso l'Hara - Holistic Arts Academy, alle 15.