Firenze, 10 mag. - (Adnkronos) - A Mosca gia' conoscevano Quinto Martini per le illustrazioni di un'edizione della Divina Commedia di Dante, conservate da oltre venti anni nella Biblioteca Lenin. Ora cinque sculture in bronzo dell'artista carmignanese scomparso nel 1990 ad 82 anni, cinque copie originali delle 36 che adornano dal 1988 il parco museo comunale, sempre aperto e a ingresso libero, alle porte del paese di Seano, sintesi di cinquant'anni d'arte e rappresentazione della vita di una comunita', diventeranno parte della collezione permanente dell'Ermitage di San Pietroburgo, in una nuova ala che il celebre museo ha deciso di dedicare al meglio della scultura occidentale del Novecento. E' il primo toscano dopo sessant'anni a varcare quelle porte con una collocazione stabile. Le opere -Alcea, Natura, il Riposo del mendicante, il Gallo e la Pioggia- sono gia' in Russia e l'inaugurazione sara' il 24 maggio. Con l'occasione l'Ermitage ospitera' anche una piu' ampia retrospettiva, temporanea, della produzione dell'artista, che includera' altre otto sculture e due oli su tela (on line il catalogo stampato per l'occasione) a testimonianza della ricchezza espressiva che ha accompagnato per tutta la vita Quinto Martini, artista figlio di contadini, scoperto e sostenuto da Soffici, amico piu' tardi di Casorati e degli scrittori Levi e Pavese che conobbe a Torino durante il servizio militare. "Lavoravo da ragazzetto la terra insieme con i miei e durante le ore di riposo impastavo mota cercando di ritrarre i corpi degli uomini sdraiati sull'erba" ricordava spesso. Un "artista moderno classico", come ha scritto qualcuno. (segue)