Bomba è una delle tante parole polisemiche della lingua italiana. I suoi significati spaziano da “congegno esplosivo” (bomba a mano, bomba atomica, bomba di profondità, bomba molotov, bomba incendiaria, bomba a orologeria, bomba intelligente) a “informazione giornalistica eclatante, sbalorditiva, sconvolgente” (una notizia bomba, far scoppiare la bomba), da “evento fantastico, eccezionale, di straordinario successo” (il concerto di ieri è stato una bomba) a “bellezza prorompente ed esplosiva” (bomba sexy), da “pasta dolce soffice e rigonfia, e perlopiù ripiena” (bomba alla marmellata, alla crema), a “cibo o vivanda ad alto contenuto energetico” (bomba calorica), da “individuo molto grasso” a “sostanza dopante o eccitante”. Le acquisizioni lessicali più recenti, quanto al primo dei significati indicati, comprendono bomba-carta e bomba chimica; bomba killer e bomba umana (ingl. human bomb); bomba cluster (ingl. cluster bomb), detta anche bomba a grappolo, e bomba termobarica, quella che, al momento di scoppiare, «priva dell’aria l’ambiente nel quale deflagra, impedendo a chi vi si trova di respirare» (Giovanni Adamo e Valeria Della Valle, Neologismi quotidiani. Un dizionario a cavallo del millennio, Firenze, Leo S. Olschki, 2003, pp. 199-201). Bomba, come bombarda e il letterario bombo (“ronzio” o “rimbombo”), e ancora il latino bombus (“ronzio”, “mormorio”, “rimbombo”) e il greco bómbos (“ronzio”, “sibilo”, “rimbombo”), è una parola di origine onomatopeica. Alla sua base c’è il fragoroso rumore prodotto dal dispositivo all’atto di esplodere, lo stesso che ne giustifica la maggior parte degli usi estensivi o figurati. Se a suggerire l’ampliamento semantico negli impieghi restanti di bomba è la sua forma rotondeggiante, per ordigno, invece, quando venga adoperato per indicare un congegno difficile da far funzionare, l’immagine che ne giustifica l’estensione di significato è quella di un oggetto della cui regolata disposizione interna provare ad aver ragione. In questo caso, infatti, il vocabolo latino non attestato (*ordinium) da cui è disceso quello italiano è un derivato di ordo (“ordine”, “serie ordinata”, ecc.).