(Adnkronos) - Il definitivo trasferimento di Giuseppe Garibaldi a Caprera risale al 1856. Il 29 dicembre 1855 l'Eroe aveva acquistato da diversi proprietari quasi meta' della piccola isola, gia' dotata di alcuni rudimentali stabili (case e stalle). Nel giro di pochi anni costrui' con l'aiuto del figlio Menotti e del segretario Ugo Basso l'abitazione principale, la "casa bianca", alla quale si affianco' presto una serie di altri fabbricati. Da allora in poi la casa e l'isola di Caprera divennero il suo punto di riferimento, tanto da fargli rifiutare ostinatamente qualsiasi invito a trasferirsi altrove. Il confronto con questo ambiente e la necessita' di renderlo produttivo ne fecero un eccellente agronomo. Nonostante lo stato di salute sempre piu' precario, la coltivazione della terra rappresento' un impegno costante che si affianco' dapprima alle imprese militari e in seguito all'attivita' politica quale neo deputato del Regno d'Italia. Dopo il trasferimento a Caprera, l'attenzione per il destino della terra sarda da parte del Generale si mantenne costante negli anni, tanto che il 14 marzo 1862, da deputato sottoscrisse assieme a due illustri cittadini sardi, Giovanni Antonio Sanna e Giorgio Asproni, un documento inviato al Ministro Rattazzi: "Preme che in questi tempi di diffidenza egli dia questo pegno d'amore alla Sardegna. E preme altresi' che sotto il suo governo sia dato forte impulso alle opere pubbliche, si pensi alla strada ferrata, si curino i porti si' ampi e meravigliosi come non mai meglio in veruna parte del mondo, si tolgano i vincoli degli adeprivi, e si rialzino le afflitte sorti di quest'isola non meno fertile, ne' meno grande della Sicilia, e per sua felice situazione marittima alla difesa nazionale importantissima". (segue)